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"Nostos": le opere di Vito Bongiorno portano dentro una dimensione che riflette sul tempo che viviamo

Balarm
La redazione

Vito Bongiorno – Museo Macro, Roma. "Our Planet" (300×200 cm). carbone e cenere su tavola, 2019

Le opere che il maestro Vito Bongiorno presenta nella sua antologica "Nostos" al Museo d'Arte Contemporanea di Alcamo - in occasione dell 15esima edizione della Giornata del Contemporaneo - descrivono quell'inquinamento morale e sociale che logora il pianeta, regalando allo stesso tempo la speranza di un cambiamento e di una rinascita. 

«Il progetto evidenzia, già dal titolo, - scrive il curatore della mostra, Lorenzo Canova - il ritorno di un artefice alla sua terra nativa dopo una lunga assenza, un'immersione a ritroso nel proprio passato che fa emergere le creazioni del presente. I riferimenti di Bongiorno fondono le radici classiche della Sicilia alle dialettiche del presente, ricordano le forme di antiche sculture riportando a una meditazione sulle questioni planetarie. 

L'artista ha ampliato le sue opere (dal 1990 al 2019) in senso tridimensionale, passando dalle mappe mondiali e dalla sagoma dell'Italia alla costruzione di sfere che ricordano il pianeta e i suoi ecosistemi (pensiamo alle regioni artiche e all'Amazzonia) minacciati dalla corsa al profitto che distrugge tutto, senza tenere in conto il destino delle generazioni future».
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Il carbone è materia in continua trasformazione sia fisica che metafisica, con il suo ardere infonde un'energia e una forza che è al contempo distruttiva e soprattutto rigenerativa. L'importanza della presa di coscienza da parte dello spettatore è il punto di partenza della mostra. 

Il visitatore si sentirà coinvolto in prima persona e avrà la possibilità di vivere non solo un'esperienza visiva e corporea ma anche emozionale dal momento in cui si presenteranno davanti ai suoi occhi opere che assurgono ad emblema dello scenario universale riarso dalla corruzione e dal decadimento. 

L'esposizione di Vito Bongiorno, fruibile fino al 31 dicembre, è un invito a considerare e denunciare quell'inquinamento ecologico, sociale e culturale che caratterizza la nostra epoca. 

Vito Bongiorno nasce ad Alcamo nel 1963, studia al Liceo artistico di Roma dove sviluppa un grande interesse nell'esplorazione della materia in relazione al tempo. Tra il 1985 e 1987 vive a Monaco di Baviera dove allestisce le prime mostre e successivamente a New York. 

Oggi è tra i protagonisti più rappresentativi dell’arte contemporanea romana, noto per l’utilizzo del carbone e della cenere, come simbolo dell’amarezza, dell’inquinamento, della malattia e della spaccatura che caratterizzano l’umanità. Ciò che preme all’artista Bongiorno è far emergere se stesso, delineando uno stile personale nell’ambito delle correnti più innovative. 

Fra i momenti più significativi e recenti della sua carriera: nel luglio 2009, il presidente del Museo delle Trame Mediterranee "Fondazione Orestiadi" di Gibellina, Ludovico Corrao acquisisce all'interno del Museo l'opera di Bongiorno "Oltremare a Gibellina". 

Nel 2014, l’artista espone presso i Musei Capitolini e, nello stesso anno, il Ministero della Pubblica Istruzione gli commissiona un murales di 6 metri all’interno di una scuola romana. Successivamente, interviene con un'istallazione al Museo Cà Pesaro in occasione della Biennale di Venezia mentre a Napoli la sua performance Terra Mater apre le porte al "Naf-Napoli Arte Fiera". Nel 2019 espone al Macro Museo d'Arte Contemporanea di Roma con l'opera "Our Planet".
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