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Omaggio al ricordo del critico Antonio Mercadante: a Caltanissetta la collettiva "Spiriti in fermento"

  • Galleria Civica d'Arte di Palazzo Moncada - Caltanissetta
  • Dal 25 maggio al 23 giugno 2019 (evento concluso)
  • Visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00. Chiuso il lunedì
  • 5 euro
  • Visite guidate tutti i sabati pomeriggio dalle 17 alle 20. Per Info e prenotazioni telefonare al numero 347 2701600
Balarm
La redazione

"Tramonto" (2018), olio su tela di Ruggero Savinio

Trentasei opere di dodici artisti siciliani e romani, sono protagoniste di un'inedita mostra, fruibile fino al 23 giugno al Palazzo Moncada di Caltanissetta.

Il progetto espositivo, a cura di Salvatore Falzone ed Elisa Mandarà, è un omaggio alla memoria di Antonio Mercadante, critico e storico dell'arte romano, per anni impegnato in Sicilia e scomparso prematuramente a Sciacca.

Gli artisti coinvolti per la collettiva, dal titolo "Spiriti in fermento", sono: Salvo Catania Zingali, Giulio Catelli, Carmelo Giallo, Alessandra Giovannoni, Paolo Guarrera, Giovanni La Cognata, Sebastiano Messina, Vincenzo Nucci, Franco Polizzi, Ruggero Savinio, Vincenzo Scolamiero, Luciano Vadalà.

«Originando dal senso di un omaggio intimo e corale ad Antonio Mercadante, la mostra - spiega il critico d'arte Elisa Mandarà -stabilisce un colloquio straordinario tra lo specifico dei pittori e degli scultori invitati, che corre per il dinamismo neoespressionista di Barba e capelli di Catania Zingali, per la trasposizione pittorica delle cose della vita in pittura pura di Jeans, Marco di Giulio Catelli.

Per la spiritualità archetipica dei Fiori nel regno dello spirito di Carmelo Giallo, per gli scorci romani attraversati dal superbo occhio pittorico di Alessandra Giovannoni, per il vibrante classicismo delle sculture di Paolo Guarrera, per l'intenso Autoritratto di La Cognata, per le opere scultoree di Messina, che dicono di mare e di sogno.

Per la misura memoriale dell’Angolo di giardino di Nucci, per le raffinate armonie di luce, spazio e colore del Cielo e le case di Sampieri di Polizzi, per il prezioso simbolismo del Tramonto di Savinio, per la finezza estrema del poetico Mutevole canto di Scolamiero, per la drammatica verità dell’Attesa di Vadalà».

Era stato lo stesso Mercadante a ideare nel 2017 la rassegna, rilanciando l'idea del collega francese Laurent Danchin di nominare un’arte "post-contemporanea" per cercare spiriti in fermento solo tra i pittori e gli scultori - artisti esclusi dal sistema arte contemporanea - considerati di retroguardia.

«Perché di questo si tratta - scriveva - quando si parla di arte contemporanea: un'arte controllata, determinata, dogmatica, standardizzata nell'apparente ecletticità, ipocritamente irridente, sempre invece in dialogo proficuo con il potere politico, finanziario, accademico, mediatico che la impone».

La selezione dei lavori in mostra al Palazzo Moncada, illustra il senso dell’operazione culturale: esaltare la bellezza di un mondo che cambia attraverso la pittura e la scultura, esclusi dal sistema che agevola l’accesso ai media, alle sale espositive dei musei, alle rassegne internazionali e alla gestione dell'arte contemporanea.

L’iniziativa è organizzata dal gruppo editoriale Archinet diretto da Salvatore Schembari, che cura anche la pubblicazione del catalogo pubblicato da Salarchi Immagini, dalla Fondazione degli Archi di Comiso e dall’associazione nissena Creative Spaces.

Critico e storico dell'arte, specialista di pittura italiana del Novecento, Antonio Mercadante si era formato alla scuola di Simonetta Lux e di Corrado Maltese nell’Università di Roma.

Saggista, fotografo e documentarista, ideatore di una linea di objets dérivés per i musei italiani e francesi, è stato  un poliedrico organizzatore di mostre e restauri.

Capace di riconoscere come pochi la verità espressiva tra le pieghe del colore e della materia, col suo lavoro condotto tra Roma e la Sicilia, Mercadante ha teorizzato e dimostrato come la figura del critico sia stata talvolta sopravvalutata e come il ruolo di chi sceglie di mediare tra l'arte e il pubblico debba custodire un profilo etico, pedagogico e civile. 
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