Ossessioni d'amore e nevrosi da social: al Teatro Biondo va in scena "Furiosa Scandinavia"

Una scena da "Furiosa Scandinavia"
"Furiosa Scandinavia", premio Lope de Vega nel 2016, è stato giudicato dalla critica spagnola tra i dieci migliori spettacoli dell’anno e ha ricevuto cinque candidature alla ventunesima edizione dei Premios MAX.
Dal 23 al 27 febbraio lo spettacolo, testo di Antonio Rojano per la regia di Javier Sahuquillo, con Roberta Lanave, Elio D’Alessandro, Stefano Accomo, Marta Bevilacqua, va in scena nella Sala Strehler del Teatro Biondo Palermo, che lo produce.
Ispirato a "La ricerca del tempo perduto", il testo si addentra nella geografia delle delusioni amorose, tra ossessioni proustiane e nevrosi da social network. Un viaggio senza scappatoie, una riflessione sulla maternità, le scelte e il dolore, ma anche sulla fallibilità dei nostri ricordi.
I personaggi danno l’impressione di appartenere a un’epoca futura, costretti a vivere in un tempo di passaggio. Voci smarrite, disorientate, perse nei labirinti del sé. Sarà l’ossessione per l’amore perduto a fare incontrare i due protagonisti, Erika M. e Balzacman, nickname tramite i quali si danno appuntamento.
Entrambi sono stati abbandonati, ma se Erika preferisce l’oblio medico, la pillola che cancella le memorie spiacevoli, lui sceglie di ricordare, lanciandosi in un viaggio delirante in Norvegia. Ma questa è solo una parte della storia, la punta dell’iceberg di un conflitto più ampio e profondo che appartiene alla generazione dei cosiddetti millennials.
Dal 23 al 27 febbraio lo spettacolo, testo di Antonio Rojano per la regia di Javier Sahuquillo, con Roberta Lanave, Elio D’Alessandro, Stefano Accomo, Marta Bevilacqua, va in scena nella Sala Strehler del Teatro Biondo Palermo, che lo produce.
Ispirato a "La ricerca del tempo perduto", il testo si addentra nella geografia delle delusioni amorose, tra ossessioni proustiane e nevrosi da social network. Un viaggio senza scappatoie, una riflessione sulla maternità, le scelte e il dolore, ma anche sulla fallibilità dei nostri ricordi.
I personaggi danno l’impressione di appartenere a un’epoca futura, costretti a vivere in un tempo di passaggio. Voci smarrite, disorientate, perse nei labirinti del sé. Sarà l’ossessione per l’amore perduto a fare incontrare i due protagonisti, Erika M. e Balzacman, nickname tramite i quali si danno appuntamento.
Entrambi sono stati abbandonati, ma se Erika preferisce l’oblio medico, la pillola che cancella le memorie spiacevoli, lui sceglie di ricordare, lanciandosi in un viaggio delirante in Norvegia. Ma questa è solo una parte della storia, la punta dell’iceberg di un conflitto più ampio e profondo che appartiene alla generazione dei cosiddetti millennials.
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