"Quarto potere": la proiezione del capolavoro di Orson Welles al cinema Rouge et Noir
“Dopo aver visto Quarto potere, decisi di fare film”: sono parole di François Truffaut ma potrebbero essere messe in bocca a tanti altri registi della sua e di altre generazioni. Perché "Quarto potere" (Citizen Kane, 1941) di Orson Welles, lunedì 21 ottobre al Supercineclub, consacra la vera nascita del film d’autore e diventa un pilastro fondante del cinema intero.
Considerato per anni da schiere di critici come “il film più bello di tutti i tempi” è di sicuro una pellicola imprescindibile e dalla forza impressionante. L’uso innovativo dei flashback nella struttura narrativa a quadri che talvolta si sovrappongono nei diversi punti di vista, le straordinarie trovate tecniche nel linguaggio della cinepresa, con sorprendenti riprese che danno profondità di campo allora mai viste, panoramiche e dissolvenze incrociate che da sole rappresentano un vero e proprio manuale della perfezione registica, il perfetto connubio con le musiche di Bernard Herrmann (l’autore di tanti capolavori di Hitchcock), fanno di "Quarto Potere" il film più citato, emulato, esemplare, di sempre.
Nasce povero, viene baciato dalla fortuna di un’improvvisa ricchezza e, invece che investire, decide di impiegare tutto il suo denaro in un unico scopo: accumulare oggetti, collezionare, “comprare” l’amore degli altri. Diventa editore e direttore di numerose testate al servizio del suo smodato Ego, tenta la carriera politica, viene adorato e odiato, considerato ora comunista ora fascista, ma soprattutto cerca, pretende, il consenso senza riserve, la venerazione senza indugi da parte della “gente” e delle donne che conquista costruendo per loro la realizzazione di sogni che in realtà sono suoi.
Una maschera tronfia e tragica che malcela un’enorme fragilità e una sconsolata solitudine. La ricostruzione della sua vita, nel film, viene fatta da un giornalista incaricato di capire il significato della parola pronunciata da Kane in punto di morte: “Rosebud”. Può una sola parola riassumere il senso della vita di un uomo? È quello che si chiederà il giornalista, è l’interrogativo che Orson Welles rilancia agli spettatori.
Considerato per anni da schiere di critici come “il film più bello di tutti i tempi” è di sicuro una pellicola imprescindibile e dalla forza impressionante. L’uso innovativo dei flashback nella struttura narrativa a quadri che talvolta si sovrappongono nei diversi punti di vista, le straordinarie trovate tecniche nel linguaggio della cinepresa, con sorprendenti riprese che danno profondità di campo allora mai viste, panoramiche e dissolvenze incrociate che da sole rappresentano un vero e proprio manuale della perfezione registica, il perfetto connubio con le musiche di Bernard Herrmann (l’autore di tanti capolavori di Hitchcock), fanno di "Quarto Potere" il film più citato, emulato, esemplare, di sempre.
Adv
La figura di Charles Foster Kane, interpretato dallo stesso Welles, che è stato anche attore gigantesco, viene raccontata, analizzata, attraverso un processo narrativo a ritroso. Lo vediamo cioè morire nelle scene iniziali e in tutto il resto del film apparire nel ricordo delle persone che gli sono state vicine. Kane è una figura ingombrante e contraddittoria degna di un classico letterario alla Fitzgerald.Nasce povero, viene baciato dalla fortuna di un’improvvisa ricchezza e, invece che investire, decide di impiegare tutto il suo denaro in un unico scopo: accumulare oggetti, collezionare, “comprare” l’amore degli altri. Diventa editore e direttore di numerose testate al servizio del suo smodato Ego, tenta la carriera politica, viene adorato e odiato, considerato ora comunista ora fascista, ma soprattutto cerca, pretende, il consenso senza riserve, la venerazione senza indugi da parte della “gente” e delle donne che conquista costruendo per loro la realizzazione di sogni che in realtà sono suoi.
Una maschera tronfia e tragica che malcela un’enorme fragilità e una sconsolata solitudine. La ricostruzione della sua vita, nel film, viene fatta da un giornalista incaricato di capire il significato della parola pronunciata da Kane in punto di morte: “Rosebud”. Può una sola parola riassumere il senso della vita di un uomo? È quello che si chiederà il giornalista, è l’interrogativo che Orson Welles rilancia agli spettatori.
Se vuoi essere informato su altri eventi come questo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
...e condividi questo articolo sui tuoi social:
|
COSA C'È DA FARE
-
MOSTRE
Dal 7 luglio 2023 al 19 maggio 2024L'antico Tempio di Segesta riapre dopo 20 anni: le visite con la nuova mostra "Elyma"
-
MOSTRE
Dal 1 dicembre 2023 al 30 settembre 2024Alla scoperta della "Palermo Felicissima": la mostra interattiva riapre Palazzo Bonocore
-
MOSTRE
Dal 13 dicembre 2023 al 30 settembre 2024"Thesaurus" a Palazzo Reale: la mostra sui tesori (segreti) della Cappella Palatina