Aquiloni
Con le scene del grande Emanuele Luzzati, i motivi floreali della Belle Époque, i costumi di Santuzza Calì, le musiche di Jacqueline Perrotin e le coreografie di Claudia Lawrence, Paolo Poli, accompagnato da quattro giovani attori, ci propone un’altra delle sue deliziose scorribande nella nostra memoria culturale. Gli aquiloni sono l’allegoria del comporre poetico, giocattolo antico preindustriale che, affettuosamente, ci ricorda Giovanni Pascoli.
Fino alla metà del Novecento la scuola italiana si nutrì della sua produzione. La critica letteraria, a cominciare da Croce, privilegiò le sue rime giovanili, fino a Contini che ne elogiò il plurilinguismo, a Pasolini, che rilevò la dicotomia psicologica, per arrivare a Baldacci, che ne curò la ricca antologia. Da Myricae e dai Poemetti, lo spettacolo intende evocare la magia della memoria e la saldezza linguistica nelle figure contadine di un’Italia ancora gergale.
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