"Le Nuvole": la commedia di Aristofane in scena al Teatro Antico di Segesta
Per il cartellone del "Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2017", va in scena al Teatro Antico di Segesta, giovedì 17 agosto alle 19.15, "Le Nuvole" di Aristofane, la commedia, andata in scena per la prima volta ad Atene, alle Grandi Dionisie del 423 a.C, è diretta in questa versione da Valentina Ferrante e Micaela De Grandi.
Il mondo è proprio un enorme immondezzaio. Prima che scoppi una grande guerra, da sempre, gli esseri umani non riescono più a stare in piedi, intorpiditi, smarriti, non trovano più appigli per esercitare la propria umanità.
Ed ecco che si leva una voce in loro aiuto, il barbone Socrate, estremamente informatico, reietto della società, cura un blog con l’unico prezioso oggetto in suo possesso e grazie ad esso educa e nutre le masse.
In questa società pre-atomica, avariata, iniqua, un contadino arricchito, di nome Strepsiade, cerca riscatto e si rivolge a Socrate per imparare a fregare il prossimo ed estinguere furbescamente i suoi debiti.
Dopo aver tentato invano di frequentare la scuola di Socrate, Strepsiade, stremato dalla sua stessa ignoranza, convince il figliolo Fidippide, ragazzo viziato e scostumato, ad imparare l’arte del raggiro presso il pensatoio di Socrate. Alla fine della storia, la morale è sempre quella: vai per fare del male e del male ti sarà fatto.
Il mondo è proprio un enorme immondezzaio. Prima che scoppi una grande guerra, da sempre, gli esseri umani non riescono più a stare in piedi, intorpiditi, smarriti, non trovano più appigli per esercitare la propria umanità.
Ed ecco che si leva una voce in loro aiuto, il barbone Socrate, estremamente informatico, reietto della società, cura un blog con l’unico prezioso oggetto in suo possesso e grazie ad esso educa e nutre le masse.
In questa società pre-atomica, avariata, iniqua, un contadino arricchito, di nome Strepsiade, cerca riscatto e si rivolge a Socrate per imparare a fregare il prossimo ed estinguere furbescamente i suoi debiti.
Dopo aver tentato invano di frequentare la scuola di Socrate, Strepsiade, stremato dalla sua stessa ignoranza, convince il figliolo Fidippide, ragazzo viziato e scostumato, ad imparare l’arte del raggiro presso il pensatoio di Socrate. Alla fine della storia, la morale è sempre quella: vai per fare del male e del male ti sarà fatto.
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