"O a Palermo o all’inferno", ovvero lo sbarco di Garibaldi in Sicilia
Sul palco della sala grande del teatro Biondo di Palermo, per la nuova Stagione di spettacoli, và in scena "O a Palermo o all’inferno", ovvero lo sbarco di Garibaldi in Sicilia
Mimmo Cuticchio, il più noto contastorie del nostro tempo, tesse un tappeto coloritissimo di immagini non più legate alle avventure dei Paladini di Francia, ma a Giuseppe Garibaldi, cittadino del mondo, innamorato della libertà, le cui imprese portarono al collasso del Regno delle Due Sicilie e contribuirono all’unificazione dell’Italia.
Facendo i conti con la storia, Cuticchio ha costruito uno spettacolo di grande rigore, sebbene aperto alla visionaria libertà del suo teatro. Come già in altri suoi lavori, le vicende sono narrate e commentate dal basso, dal popolo che, quasi sempre, la storia la subisce ma è capace di giudicarla.
In questo caso, per una felice combinazione degli eventi, i personaggi della “farsa” sono meno irridenti del solito e più vicini a comprendere e apprezzare quanto sta accadendo.
Lo spettacolo alterna il racconto delle ragioni storiche e politiche, dei colloqui tra Garibaldi e i suoi uomini, fra Cavour e Vittorio Emanuele, con l’incalzare delle battaglie sulle pendici di Calatafimi, sui monti intorno a Palermo, nella città stessa.
I pupi, non più armati di spada ma di fucili e baionette, guidano l’insurrezione, mentre il cunto di Cuticchio si fa serrato e incalzante per trascinare pupi e spettatori nel vivo della battaglia.
L'ideazione scenica, la drammaturgia e la regia sono del oprante-contastorie Mimmo Cuticchio. Prodotto dall'Associazione Figli d’Arte Cuticchio. Manianti e combattenti sono Giacomo Cuticchio, Fulvio Verna, Tania Giordano.
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