Un documentario su un'opera africana: "An opera of the World" per Manifesta 12 al Teatro Garibaldi

Un frame di "An opera of the World"
Nell'agosto del 2008, Manthia Diawara è tornato a Bamako, in Mali, dove è nato nel 1953, per le prove di un film basato su un'opera eseguita da un cast tutto africano, "Bintou Were", del poeta e drammaturgo ciadiano Koulsy Lamko.
L'opera è stata rappresentata su un palcoscenico appositamente costruito sulle rive del fiume Niger. Nel corso del film, si entra in un mondo fatto di saggezza e sentimenti cantati, che ha caratterizzato la cultura dell'Africa occidentale da secoli.
Se l'opera è spesso intesa come una forma d'arte über-europea (come la gesamtkunstwerk, ovvero l'opera d'arte totale invocata dal compositore Richard Wagner) Diawara sceglie di meditare sul suo movimento o migrazione rispetto alla sua espansione o totalità.
Cosa succede dunque quando l'opera si sposta a sud, dall'Europa all'Africa, così come molte persone da quel continente si stanno spostando verso nord, alla ricerca di una vita migliore?
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