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A 41 anni si è già reinventata mille volte: Giulia, siciliana giramondo (fino a Madrid)

Una che non si accontenta, e se anche la vita le offre qualcosa di bello, se per lei non è abbastanza, allora si mette ancora una volta in gioco per puntare al meglio

Sara Abello
Giornalista
  • 21 dicembre 2023

Giulia Collura

«Per stare bene servono tre cose: il posto dove stai, il lavoro che fai, le persone che ti circondano». A me lo ha detto Giulia, una giovane donna nata a Messina e che nei suoi quarantuno anni di età si è guadagnata l’azzeccatissimo appellativo di "cittadina del mondo".

Non una ma tante e tante vite in un’unica esistenza. Talmente tante vi ripeto, che bisognerebbe dedicarle ben più di queste brevi pagine che pure vi daranno un’idea della sua visione del viaggio come metafora di vita. Giulia è assetata di conoscere, scoprire il mondo e forse scoprire sempre più se stessa mettendosi alla prova in luoghi, ambienti, contesti e momenti sempre differenti.

Una che non si accontenta, e se anche la vita le offre qualcosa di bello, se per lei non è abbastanza, allora si mette ancora una volta in gioco per puntare a ciò che ritiene rappresenti il meglio.

Sembrano tanti paroloni quelli che avete appena letto, eppure Giulia Collura, classe ‘82, la sua vita l’ha rivoluzionata davvero e alla fine, dopo più di qualche tentativo, ha trovato la sua dimensione felice che, forse, è in un posto o in tutti, perchè come vi ho anticipato all’inizio, non conta solo il luogo ma le persone con cui lo vivi e il lavoro che fai.
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E per quello di Giulia, che da Messina adesso vive in pianta quasi stabile a Madrid, più che di lavoro si potrebbe parlare quasi di un’epifania, un’apparizione che ha stravolto un cammino che sembrava invece nettamente delineato.

La laurea in Scienze politiche in Sicilia, la carriera diplomatica come obiettivo, l’Erasmus fatto proprio a Madrid e uno stage post-laurea presso l’Ambasciata italiana in Cile. Fate attenzione perchè questo racconto di salti ne fa compiere tanti e vi ho appena citato due luoghi simbolici per la protagonista di questa storia, la sua, ma forse anche di tanti altri: Spagna e Sud America.

Già qui ci sarebbe un bel po’ di materiale ma Giulia, che è una che ama far bene le cose, ad un certo punto fa anche una capatina in Irlanda dove va a migliorare l’inglese e lavora come ragazza alla pari, poi torna in Italia per stabilirsi due anni a Roma e prepararsi ad un concorso per la carriera diplomatica che, all’epoca, riteneva essere il suo sogno da realizzare.

Il concorso non viene superato e allora Giulia non si perde d’animo, anzi inizia uno stage al Ministero degli esteri e inizia a ponderare un trasferimento all’estero. La meta più ovvia per il suo percorso è Bruxelles, dove tra l’altro vivevano già una cugina e qualche amico, poi se ti interessa una carriera nell’ambito della diplomazia internazionale non vi è luogo migliore, no?!

Un ambiente dinamico dove resta per ben cinque anni fino al 2014, lì un concorso a tempo determinato di tre anni rinnovabili per altrettanto tempo l’hanno tenuta impegnata a lavorare nella Commissione europea.

È alla scadenza del primo triennio però che Giulia inizia ad aver chiaro, ma soprattutto stretto, quel posto: il lavoro non è nell’ambito del suo profilo professionale, la città è fin troppo dinamica e votata esclusivamente alla dimensione lavorativa e sì ci sono gli amici, allora come adesso, ma non bastano a tenerla ancorata lì.

Decide così di prendersi una pausa e inizia un periodo di viaggi in Sud America, un luogo chiave per la sua svolta di vita.

Alcuni mesi trascorsi in Colombia le aprono gli occhi e danno avvio ad una nuova fase della sua esistenza. Da quel momento Giulia, che è sempre stata un’appassionata viaggiatrice, inizia a figurarsi una vita profes- sionale proprio nell’ambito del settore turistico, non più solamente fruitrice ma protagonista.

Torna in Italia ma nel frattempo ripensa a quei luoghi dove evidentemente ha lasciato mente e cuore, e poco dopo è di nuovo a Bogotà dove inizia a lavorare alla reception di un ostello di ragazzi italiani che aveva conosciuto nel suo precedente viaggio.

Di lì a poco Giulia si unisce a loro e al progetto di aprire un altro piccolo ostello nella zona costiera: un investimemento economico contenuto e molto più piccolo rispetto alle somme di denaro necessarie per un progetto della stessa natura in Europa, ma soprattutto un nuovo stimolante inizio.

Prende così avvio l’avventura con gli amici italiani e un socio colombiano che stabilizza Giulia in Colombia dal 2015 al 2018. Purtroppo non sempre le cose filano lisce, e quel sogno da poco realizzato si infrange.

Dopo aver ascoltato la sua storia posso dirvi che abbiamo però una certezza: Giulia non è una che si lascia abbattere da nulla e anzi, se qualcosa non le va bene si rimbocca le maniche e la aggiusta, a costo di rimettersi in discussione ancora una volta.

Così, abbandonata quell’attività, questa vulcanica donna ha già un nuovo progetto per la testa, quello di accompagnatrice turistica in lungo e in largo per i paesi sudamericani.

La lingua del resto non era un problema, e neanche la conoscenza del territorio considerato che ogni suo viaggio era ormai orientato a scandagliare sempre più approfonditamente quei luoghi.

Nel frattempo vari colloqui con una serie di compagnie di viaggio finchè è una realtà canadese ad assumerla. Inizia così la sua nuova carriera di accompagnatrice nel centro dell’America del Sud, in particolar modo tra Guatemala e Messico.

Una vita itinerante che la porta ad affiancare gruppi di turisti di varie nazionalità nei loro viaggi che potevano arrivare a durare anche diverse settimane. Una girovaga insomma, che sceglie di non avere una base fissa.

Zaino in spalla e la casa di qualche amico pronta ad accoglierla ogni qualvolta poteva fermarsi tra una tappa e l’altra.

Tutto procede così, movimentato ma sereno fino allo scompiglio del 2020...meglio conosciuto come l’anno del Covid. Di preciso i piani di chi non sono stata sconsati dalla pan- demia?! Innanzitutto Giulia rimane bloccata in Messico, ospite di amici perchè, come prima anticipavo di proposito, non aveva mai preso una casa tutta sua.

Il caso ha poi voluto che si trovasse proprio in una di quelle nazioni dove le carenti misure restrittive non le davano buona luce davanti agli altri paesi che invece avevano drasticamente chiuso le frontiere.

Tra l’ansia per la malattia, all’epoca molto pericolosa e ancora quasi del tutto sconosciuta, il posto del mondo famoso per tante belle cose ma non per la sanità eccellente, l’incertezza del futuro perchè non era nota l’evoluzione e l’eventuale ritorno a casa, spingono Giulia, quando iniziano ad esser messi in vendita i primi biglietti aerei a cifre esorbitanti - quasi vendessero la vita contro la morte - ad acquistare quel lascia passare per casa, al doppio di quanto sarebbe stato venduto dopo qualche settimana, e a tornare in Italia.

Poi quarantene, tamponi ed esiti. Giulia è a Messina quando ormai è la fine del maggio 2020. La compagnia canadese per cui lavorava, che aveva ovviamente fermato i viaggi, nel riprendere i primi tour inizia a far lavorare gli autoctoni e Giulia comprende che quella sudamericana è forse una parentesi chiusa.

Trascorsi quattro o cinque mesi nella sua Messina, tra riflessioni varie sul futuro e soprattutto alla luce di quanto di più inaspettato fosse già accaduto, Giulia rispolvera quei tre anni di contratto da concludere presso la Commissione europea a Bruxelles e, soffermandosi sul fatto che comunque si trattasse di un luogo che conosceva già, dove aveva ancora amici e rapporti saldi, riparte ancora una volta per un nuovo/vecchio inizio. Purtroppo però arriva il secondo e molto più duro lockdown, almeno all’estero.

Questa situazione ovviamente destabilizza Giulia che si ritrova in un luogo che conosceva ma che in sei anni era cambiato, così come si erano evolute le vite degli amici, e per giunta la pandemia la fa lavorare "segregata" in casa.

Insomma una situazione che avrebbe provato chiunque. In quella solitudine domestica Giulia sente riaffiorare tutte quelle perplessità che già una volta le avevano fatto comprendere come Bruxelles non fosse il suo posto nel mondo e, con il coprifuoco per via della pandemia insieme a tutte le altre misure restrittive, ancora meno.

Nel frattempo inizia a scorgersi uno spiraglio di luce, perchè il miglioramento generale della situazione rappresenta nuova linfa per il turismo e Giulia non ha certo dimenticato quell’amore che si era interrotto non per il suo volere. Ed è da lì che decide di ripartire. Ancora colloqui con varie compagnie e si arriva agli inizi del 2022.

Giulia, alla viglia del suo quarantesimo compleanno, per il quale stava organizzando una festa che le ha fatto accogliere amici da tutto il mondo, decide di trasformare quell’evento in un simbolico spartiacque: lascia in anticipo e stavolta definitivamente il lavoro a Bruxelles, e decide di concentrare le proprie energie sul turismo, questa volta nel centro dell’Europa.

Si reinventa ancora e parte un nuovo contratto con una compagnia americana per accompagnare turisti tra la Svizzera, la Repubblica Ceca, il Lussemburgo e il Belgio, luoghi a lei più che conosciuti che la portano a mantenere, fino alla fine del 2022, la casa a Bruxelles come simbolico punto di approdo tra un viaggio e l’altro.

È lì che per Giulia si profila ancora una volta il momento delle scelte, quella tra restare in Belgio, con tutte le spese che un luogo come quello impone per mantenere un’abitazione pressocchè vuota nel suo caso, o individuare un altro luogo da considerare casa.

L’opzione più scontata per tutti ovviamente sarebbe stata quella di tornare a Messina, ma per lei in realtà non è mai stata da prendere in considerazione, uno spirito libero come Giulia ha bisogno di un luogo tutto suo, ma al contempo la stanchezza e il desiderio di non ripartire da zero iniziavano a farsi sentire.

Per questo motivo la scelta ricade su Madrid, luogo di spensiera- tezza, Erasmus, tappa obbligata di ogni viaggio in America Latina, casa di tanti amici e città che certamente si avvicina molto più alla cultura siciliana.

Un processo naturale sembrerebbe, che l’ha portata a riprendere la socialità perduta per il Covid e per i luoghi, a dividere casa, per quanto poco la viva, con dei nuovi coinquilini, e ad eleggere Messina come luogo della vacanza e del riposo.

Come se mai un’e- clettica come Giulia riposasse davvero. Con la compagnia per cui lavora oggi, i suoi viaggi si sviluppano nell’area europea in cui vive e poco cambia se parta da Madrid, Messina o Bruxelles dove torna di tanto in tanto a trovare i vecchi amici.

La vita di Giulia, sempre in movimento, non è semplice da comprendere per chi è abituato ad aver dei punti saldi cui aggrapparsi, è facile chiedersi come faccia a non stancarsi o a non pensare alle insidie e incertezze della sua professione...è stata proprio Giulia a raccontarmi che a dirla tutta queste domande gliele rivolgono.

Eppure lei è felice, e nel suo futuro non riuscirebbe ad immaginare staticità. Anzi, in barba a chi le chiede se sia pesante non fermarsi mai, lei viaggia anche nei mesi in cui è in pausa dal lavoro. Ha sete di vedere, cono- scere e scoprire Giulia, e può solo arricchire se stessa e gli altri attraverso i viaggi che compie.

Con un po' di sale in zucca si può solo ammirare una donna così forte e coraggiosa e, al massimo, invidiarla un po’ per la sua capacità di non lamentarsi mai ma con praticità reinventarsi alla ricerca del meglio.

Sempre proiettata verso il futuro, per il 2024 sta già iniziando a ponderare nuovi e stimolanti progetti, non solo quindi lunghi tour ma anche brevi percorsi tematici a Madrid legati ad esempio a "viaggi del gusto", il turismo enogastronomico è del resto fiorente in tutto il Mediterraneo.

Nulla però è certo, del resto quando il viaggio è protagonista della vita come nel suo caso, non si sa mai cosa riservi il futuro, si tende infatti sempre a scoprire qualcosa di nuovo. Se glielo chiedete ovviamente vi dirà che non si vede più in ufficio, seduta per otto ore al giorno, questa è forse l’unica certezza.

Dal racconto di Giulia, che con entusiasmo parla di ognuna delle sue tappe, pratiche e simboliche, si scorge una vitalità che fa nascere spontanea la riflessione su come le cose siano cambiate nel tempo.

Lei rappresenta una generazione che ha scelto di lasciare casa per esigenze diverse rispetto ai nostri nonni che negli anni '50 andavano in America o in nord Europa col cuore lacerato. Oggi nella ricerca di una qualità di vita migliore non si tiene conto solo del dato economico, quanto del benessere umano e sociale.

Viaggi iniziati per tante ragioni e poi mutati nel tempo per via di un amore, un paesaggio, un lavoro, nuovi affetti amicali, un’altra dimensione creata che non è meno casa di quella originaria che pure non cessa di essere il punto da cui tutto è iniziato. Non per forza si ha nostalgia o rimpianto, eppure non per questo si criticano a tutti i costi le proprie origini che nessuno può mutare.

Giulia Collura con il suo racconto è stata una piacevole scoperta che ha dimostrato come in realtà nulla sia certo, nè ostacolo nè a favore, bisogna fermarsi a riflettere, capire cosa non vada e muoversi per risolvere il problema, senza crogiolarsi nella mediocrità.

Da diplomatico a imprenditrice e fino ad arrivare ad essere accompagnatrice turistica con una serie di intermezzi di un certo spessore...Giulia ha mostrato come il viaggio non sia solo lavoro o piacere, per Giulia il viaggio è vita.

A lei e a chi ha il suo coraggio non si può che augurare la migliore delle sorti!
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