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Amore e fortuna in una mano: quel simbolo scolpito fra le mura del castello di Carini

La "mano di Fatima" assume significati differenti a seconda delle religioni ma ha un potere unico proprio in tutto il globo e si usa anche per gadget e tatuaggi

  • 30 dicembre 2019

La vista dal castello di Carini

Osservando la torre del castello di Carini, nella penultima mensola posta a sud, si nota la scultura di una mano. Un tempo si pensava fosse stata realizzata per ricordare l'uccisione della baronessa Laura Lanza, che sul punto di morte lasciò impressa sul muro l’impronta insanguinata.

In realtà si tratta di una scultura precedente l'accaduto. Probabilmente fu opera di una maestranza araba che volle lasciare sul posto il proprio patrimonio spirituale: “La mano di Fatima” o, come asserisce qualcuno, la firma di un artista. O forse un triste presagio per ciò che in seguito doveva accadere tra quelle mura.

Spesso indossiamo oggetti ornamentali (anelli, orecchini, ciondoli) soltanto per seguire la moda del momento, perché sono graziosi, caratteristici, bizzarri, ignorando che, in realtà, nascondono significati antichi e molto profondi. Uno di questi oggetti è la Mano di Fatima o Mano di Alo, o Hamsa o Khamsa. È un amuleto molto antico, riconducibile a religioni e culture diverse che nel corso dei secoli ha acquisito differenti interpretazioni e significati, diventando persino leggenda.
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La Mano di Fatima è un amuleto che rappresenta una mano con cinque dita. La sua forma, però, è particolare: l’indice e l’anulare hanno la stessa lunghezza e sono uniti al medio che è un più lungo. Ai lati di queste tre dita ci sono due pollici inclinati verso l’esterno e di uguale dimensione.

Spesso, è decorata con incisioni, la più nota è quella che ha un occhio aperto nel palmo della mano e nella tradizione mussulmana rappresenta “l’Occhio di Allah” mentre nella versione ebraica è impressa la Stella di David. Tuttavia, la posizione della mano non è sempre uguale. Questo cambia leggermente il suo significato: disposta verso l’alto simboleggia forza, potere e benedizione, verso il basso attrae la fortuna, la pazienza e l’amore.

Può anche presentarsi con tre dita aperte e due dita simmetriche ai lati; con tutte e cinque le dita aperte oppure con il pollice alzato e quattro dita aperte. Cercare le origini della Mano di Fatima è praticamente impossibile perché la troviamo in diverse antiche religioni e culture che se ne attribuiscono la paternità.

È probabile che le sue origini risalgano al culto sumero di Inanna, oppure a quello Assiro-babilonese di Ishtar, in entrambi i casi identificate come dea dell’amore, della fecondità, della bellezza e della fertilità della terra.

Un’altra tradizione racconta che la “mano di Dio” fosse già presente nell’iconografia ebraica a partire dal 244 d. C. Essi, però, la denominarono la Mano di Miriam, sorella di Mosè e Aronne che per gli ebrei ed i cristiani d’oriente prende il posto della Madonna come figura femminile vicina a Dio.

Le cinque dita (hamesh in ebraico) rappresentano i cinque libri della Torah, o anche HE, la quinta lettera dell’alfabeto, come pure uno dei nomi di Dio. La mano, tra gli ebrei riporta incise preghiere propiziatorie e di benedizione e spesso reca la Stella di David incisa nel palmo.

I berberi ed i magrebini la adottarono come simbolo di potere. Per i mussulmani l’amuleto assunse il nome di Mano di Alo o Khamsa (che in arabo significa cinque) o anche Mano di Fatima. Quest’ultima denominazione rappresenta il simbolo di libertà. Fatima, che in arabo significa “La luminosa”, era la figlia del profeta Maometto. Una leggenda recita che quando andava a pregare nel deserto, la pioggia scendesse facendo sbocciare i fiori. Fatima sposò Alì, cugino del padre e primo imam per lo Sciismo, lo amò tantissimo, talmente che, quando il marito portò a casa una concubina come era suo diritto fare, lei immerse la mano nella zuppa bollente non accorgendosi del dolore a causa del tormento che provò il suo cuore. Il marito, commosso dal pianto di Fatima rinunciò alla concubina.

Per le donne islamiche, la Mano di Fatima rappresenta la pazienza e la gioia, la fortuna e ricchezza. Inoltre, raffigura un simbolo molto caro e prezioso: le cinque dita simboleggiano i cinque pilastri dell’Islam e l’occhio nel palmo è l’occhio di Allah. Nel nord Africa ed in parte del Medio Oriente è anche considerato un rimedio contro la gelosia. In India è chiamata “mano Humsa”.

Negli ultimi anni ha assunto un nuovo significato. Alcune organizzazioni per la pace in Medio Oriente hanno assunto la Mano di Fatima come simbolo di pace e armonia tra i popoli, e per le similitudini e affinità descritte tra i due popoli, auspicano che rappresenti il simbolo della conciliazione tra la cultura ebraica e quella islamica. La mano di Fatima, per i musulmani spesso è usata per indicare spazi adibiti alle donne.

La cultura occidentale, prendendo spunto dalla valenza religiosa e simbolica, ha tramutato la Mano di Fatima in un talismano trasformandolo in un gioiello particolare da indossare, o un tatuaggio particolare da sfoggiare. Prestigiosi marchi di gioielli lo hanno trasformato in un decoro per collane, bracciali, orecchini, portachiavi.

Viene usata anche come gadget e come oggetto decorativo per proteggere la casa. Al di fuori del contesto religioso, la Mano di Fatima ha acquisito nel tempo una valenza simbolica che lo ha reso un amuleto apprezzato anche in altri ambiti, o semplicemente un gioiello particolare da indossare, o ancora un tatuaggio originale da sfoggiare. Marche prestigiose di gioielli ne hanno fatto un decoro per collane, bracciali, orecchini, portachiavi.

Il suo significato esoterico legato alle antiche divinità femminili lo rende ancora particolarmente caro alle donne di ogni cultura e religione, che li indossano come portafortuna e amuleto d’amore.

La storia della Mano di Fatima è un esempio della perdita progressiva di storie e tradizioni popolari, di antichi simboli, inglobati dalla frenetica evoluzione di mode e capricci bizzarri tipici del mondo moderno, che hanno perso il primitivo significato.
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