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Buon sangue non mente: i progetti per Palermo di donna Costanza, l'ultima Florio

Una strada per Donna Franca, un premio letterario e Palermo: parla la nipote diretta dei Florio, Costanza Afan De Rivera che ha dei progetti per la (sua) Capitale della Cultura

  • 10 maggio 2018

Giulia Florio, figlia di Ignazio e Donna Franca

Se finalmente Donna Franca Florio avesse una strada tutta sua? Magari vicino a uno dei grandi monumenti che la famiglia ha lasciato alla città? E se i bambini fossero coinvolti in un gioco che contemporaneamente li diverte e insegna loro la storia recente?

Costanza Afan de Rivera è tornata, relativamente, da poco a Palermo ma ha delle idee su come dare uno spazio ufficiale a quel pezzetto di storia che affascina grandi e piccoli, cittadini e turisti.

Chiunque passi da queste parti, anche per sbaglio, difficilmente non incappa nel nome dei Florio. Sarà perché i ragazzi festeggiano il loro diciottesimo compleanno alla Tonnara Florio, o perché si è appassionati dell'antica corsa automobilistica da loro inventata, la prestigiosa Targa Florio. O, più probabilmente, sarà perché la famiglia Florio ha contribuito a scrivere la storia della città di Palermo.

«La prima cosa che ti accoglie quando arrivi è il mare. Palermo è una città meravigliosa. Purtroppo oggi non è più così». Così è iniziata la mia piacevole chiacchierata con Costanza Afan De Rivera, con i suoi fratelli e il cugino, figlio di Igea Florio, sono gli unici discendenti della famiglia e nipoti diretta di Donna Franca.
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A volte una responsabilità: il nome dei Florio è un nome che porta con grande orgoglio, tuttavia Donna Costanza sottolinea spesso come in realtà la dinastia sia terminata con sua madre, Giulia: figlia di Ignazio junior e Donna Franca.

«L'ultima Florio è stata mamma - racconta - scomparsa nell'89. Dal matrimonio con papà siamo nati io e mio fratello ma siamo Afan De Rivera, non Florio (il papà è il marchese Achille Belloso Afan de Rivera)».

Ci sono però degli altri "Florio" che stanno cercando di contribuire all'offerta culturale locale. «Non siamo parenti, hanno unito il nome Florio al loro in autonomia, noi non ne sapevamo nulla».

«Mia madre voleva che il nome finisse con lei e lo sapevano tutti - spiega - se si guarda l'albero genealogico si vede che zio Vincenzo (unico fratello di nonno Ignazio) non ha avuto figli ma, ha cresciuto il nipote della sua seconda moglie come se fosse nipote suo. Divenuto grande, Cecè si è sposato con Silvana e sono nati Chico ed Alex Paladino».

Costanza ricorda la Palermo dei Florio come una Palermo dinamica, centro nevralgico di svariati interessi artistico-culturali, una Palermo importante anche a livello europeo.

Chidendole cosa ritrova oggi di quella gloriosa città che con tanta nostalgia viene ricordata risponde «Il Clima – risponde sorridendo - La Palermo dei Florio, quella veramente bella, è una città molto diversa da quella che riscontro oggi».

«Ad oggi manca la certezza delle regole - spiega - chiunque mostri interesse per la nostra città, alla fine, si trova costretto a fare più di un passo indietro scoraggiato della grande confusione che, ormai da anni, qui regna sovrana».

«Palermo ha innumerevoli potenzialità, ma la cosa che manca è il coraggio di investire da parte di chi la abita - continua - alla fine, i miei nonni, hanno semplicemente avuto il dono della lungimiranza e, aiutati da una amministrazione favorevole e ordinata, hanno avuto il coraggio di scommettere sulla città».

La storia della famiglia Florio, diversamente da quanto si pensa, non è poi così lontana. È davvero un peccato, infatti, che si faccia appartenere al passato una realtà a tutt’oggi ancora nitida, e che nelle scuole e ai più giovani si parli poco e nulla delle innumerevoli iniziative della famiglia Florio che hanno contribuito alla crescita economica, artistica e culturale di Palermo.

Ignazio Florio che volle fortemente il Teatro Massimo, collaborando con il Basile alla realizzazione di uno dei più grandi teatri lirici d’Europa, secondo solo all’Opera di Parigi, Vincenzo Florio che fu l’ideatore della celebre corsa automobilistica che porta il nome della famiglia e che, ancora oggi, ha il vanto di essere corsa da una discendente Florio, Donna Franca la scintillante padrona di casa dei salotti palermitani più eleganti.

«Sogno una rinascita di Palermo, ed è questo il motivo per cui, dopo anni, ho deciso di ritrasferirmi qui e lavorare molto sul nome dei Florio». Confessa.

«Spero sempre, puntando su quanto hanno fatto i miei nonni e i miei zii, di riuscire a ritrovare in quegli scorci ormai tanto trasandati e imbrattati la Palermo florida di una volta, quella che non aveva nulla da invidiare ad una capitale europea, ma che anzi era maestra di stile e innovazione».

Uno dei progetti in pentola di Costanza Afan De Rivera è quello di intestare la strada che conduce direttamente al Villino Florio alla memoria di nonna Franca, facendo diventare l’attuale via Oberdan "via Franca Florio".

La pratica è in attesa della firma del prefetto: una volta ufficiale, Palermo avrà cura di tenere viva la memoria di una grande donna che simboleggia lo splendore di quegli anni.

Una memoria cercata, voluta, agognata dai bimbi e dai ragazzi delle scuole: Donna Costanza è molto attiva da questo punto di vista, partecipando sempre volentieri a giornate di focus sui Florio organizzate dalle scuole elementari, medie e dai licei di Palermo (e periferia).

«L'emozione è sempre tanta e ogni volta vengo sommersa da domande curiose - commenta - sia i piccoli che i grandi sono affamati di questa favola e sognano le avventure questa famiglia leggendaria». E qui il secondo progetto.

«È mia intenzione - conclude - rendere più interattiva e creativa l'esperienza dei bambini con un concorso letterario e un premio: vorrei che scrivessero e che disegnassero ciò che sentono e che assorbono della storia dei Florio, guardandosi intorno e imparando a riconoscere e conoscere Palermo attraverso l'economia, l'arte e le iniziative portate avanti dai miei nonni».
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