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Cambia la "specie" ma non la sostanza: al Giardino Inglese arriva la Casa delle Ninfee

Tra settembre e ottobre questo luogo magico di Palermo, abbandonato da troppo tempo all'incuria e al degrado, tonerà a splendere. Sarà uno spazio di condivisione e di memoria

  • 24 gennaio 2022

Natura, solidarietà, sostenibilità e di certo bellezza. Un modo di fare e progettare che, se anche solo una piccola parte degli esseri umani mettesse in pratica, saremmo già a buon punto. Rispetto a cosa? Alla reale condivisone e al "bene comune" nelle sue più svariate declinazioni.

Qualche mese fa vi abbiamo raccontato del progetto Casa delle Orchidee che l'associazione Vivi Sano Onlus voleva realizzare all’interno dei quella che fu la serra-stufa del Giardino Inglese di Palermo, oggi intitolato alla memoria di Piersanti Mattarella. Non si tratta mica di una serra qualunque. Il suo inconfondibile stile Liberty, la rende unica nonostante ad oggi, e da troppo tempo ormai, sia nel totale abbandono, vandalizzata e lasciata così all’interno del giardino storico realizzato - come la serra stessa - da Basile.

Non preoccupatevi, non uso l'imperfetto perché il progetto si è arenato, anzi. Come per tutte le cose fatte (e pensate) con cura, è migliorato, cambiando nella sua “specie” ma non nella sostanza. Non sarà più la casa delle orchidee infatti, ma la Casa delle Ninfee, una “serra fredda” progettata nelle sue funzioni fondamentali insieme all'Orto Botanico dell'Università degli Studi di Palermo e allo Studio Provenzano Architetti Associati.
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«Confrontandoci con l’orto Botanico - dice Daniele Giliberti, responsabile di Vivi Sano Onlus - è emerso che era preferibile realizzare una serra per le Ninfee per garantire efficientamento energetico ed evitare di dover fare dei lavori "pesanti" di adeguamento nella serra, mantenendo il luogo com’era originariamente il più possibile, rispettando i suoi caratteri storico-artistici ma tenendo conto anche delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale (e dunque risparmio energetico, contenimento/ abbassamento emissioni Co2) e della rigenerazione urbana. È stato quindi concordato un intervento a impatto zero, la serra non sarà riscaldata artificialmente e sfrutterà il calore del sole per creare al suo interno la temperatura ideale per la vita delle piante».

"L’azione" o meglio, la gestione, avrà una durata di otto anni. A prendersene cura saranno al momento sei ragazzi con disabilità intellettivo relazionale ad alto funzionamento, seguiti da un terapista e da un botanico. «Attualmente - prosegue Giliberti - si stanno formando alla gestione delle diverse specie di piante che la serra ospiterà - ninfee, le piante acquatiche sensu latu e le succulente non spinose abbinate a diversi esemplari afferenti al genere Plumeria - al fine di avviare un’attività vivaistica che contribuirà alla sostenibilità economica, sociale ed ambientale del progetto. A questi ragazzi fa molto bene stare in un contesto in cui c'è del verde e in cui c'è il suono dell'acqua che scorre».

«Come associazione abbiamo risposto all'avviso di manifestazione di interesse del Comune per l'affidamento ai privati (enti del terzo settore) degli interventi riqualificazione tramite concessione della serra all'interno del Parco Mattarella. Un progetto che prevede un'opera di restauro, di valorizzazione e di mantenimento d’uso di un bene comune di alto pregio storico e architettonico, oggi in stato di totale abbandono e più volte vandalizzato e che è, come spiegato, anche un progetto di recupero e utilizzo a fini sociali e culturali».

Sarebbe bello poter partire subito con i lavori, ma la burocrazia siciliana ci mette sempre lo zampino e dunque bisogna pazientare. Formalizzata la concessione, si potrà presentare il progetto (già pronto da tempo!) in Sovrintendenza.

Per questa concessione il Comune chiede un canone annuo di 3800 euro, «Noi con la raccolta fondi restaureremo la serra e abbiamo chiesto la compensazione di questo canone concessorio. Il comune di Palermo ha detto che è fattibile ma si attende necessariamente che venga approvato il bilancio. Quindi - spiega chiaramente Giliberti - stiamo firmando una concessione "sulla fiducia" con la promessa da parte del comune che appena approvato il bilancio sarà possibile compensare i lavori di restauro effettuati».

Insomma un atto di fiducia nei confronti dell'amministrazione, contando sulle proprie forze e soprattutto sulla forte, fortissima volontà di realizzare questo progetto.

Un progetto che prevede inoltre l’organizzazione di attività collaterali di inclusione che valorizzino il bene coinvolgendo scuola, famiglie e territorio. Nello specifico, I laboratori didattici inclusivi saranno rivolti a bimbi e ragazzi di tutte le età. Lo scopo infatti non è proporre semplicemente laboratori rivolti agli alunni come fruitori ma quello di sviluppare competenza ed autonomia permettendo loro di diventare divulgatori di buone pratiche coinvolgendo tutta la comunità in percorsi di Cittadinanza attiva.

Saranno coinvolti complessivamente più di 7500 alunni: Direzione Didattica Nicolò Garzilli; I.C.S. Rapisardi- Garibaldi; I.C.S. Guglielmo Marconi; I.C.S. Abba Alighieri; I.C.S. Arenella; Direzione Didattica Edmondo De Amicis; I.C.S. Antonio Ugo; Liceo Classico Statale Garibaldi Palermo; Liceo Scientifico Statale S. Cannizzaro; I.S. Majorana Palermo.

Obiettivo ultimo delle azioni sarà quello di incoraggiare l'impegno sociale degli alunni allo scopo di formare una sensibilità civile e storico-culturale attraverso attività che li rendano promotori del senso di appartenenza al proprio territorio.

Ma la "mission" non finisce qui; la Casa delle Ninfee vuole essere anche un luogo di memoria e di certo per la sua struttura e la sua storia si presta particolarmente a questo "sfruculìo emozionale".

Ma, come dicevamo, vuole esserlo; perché, coincidenza drammatica, ha voluto che lo scorso maggio, Daniele Giliberti si trovasse sul luogo dell'incidente (via Libertà angolo via Duca della Verdura e dunque a pochi passi dal Giardino Inglese) in cui ha perso la vita Ghendy, catechista, volontaria di Azione cattolica, molto amata in città per il suo modo di operare per il bene altrui, ragazzi, bambini e persone con disabilità.

Ed è così che in un angolo delle serra verranno piantate delle pomelie, fiori con un grande valore simbolico ed evocativo, e sarà dedicato a lei.

La casa delle Ninfee, come avrete inteso, si sostiene autonomamente con donazioni. Per contribuire verranno attivate anche campagne di crowdfunding su varie piattaforme digitali e una è già partita qualche mese fa. «Una nostra amica, Luciana – racconta ancora il responsabile dell'associazione -, ha perso recentemente suo marito, Dario. Con grande spirito di solidarietà e amore ha voluto, con le figlie Cristina e Martina, aprire e dedicare a lui una raccolta di fondi finalizzata a sostenere la serra. E sono stati già raccolti 15 mila euro. È chiaramente emozionante sapere che tanta gente sostiene i nostri progetti già dalla loro fase iniziale. È un bel ricoscimento. Chi volesse contribuire può contattarci al numero 334. 8703074 ma anche attraverso la nostra pagina Fb».

Riconoscimento che arriva perché nel tempo l'associazione ha semintao bene nel territorio portando avanti progetti per il territorio e la riqualificazione di beni comuni come il Parco dei Suoni e il Parco della Salute del Foro Italico.

Andando alle tempistiche, Giliberti sembra avere le idee molto chiare: «La definizione della concessione sarà entro febbraio, la presentazione del progetto in Sovrintendenza e relativo ok da parte della stessa (la Sovrentedente ha garantito celerità, ndr) entro marzo marzo, l'inizio dei lavori di restauro sarà all'inizio della primavera e in 3-4 mesi dovrebbe essere tutto pronto».

Insomma a settembre Palermo e i palermitani, avranno la Casa delle Ninfee. Luogo storico ritrovato, di bellezza e amore.
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