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Da Bagheria ad Amsterdam (e ritorno): Salvatore a Palermo ha realizzato il suo sogno

Dopo un periodo al Nord e all'estero, il 29enne decide di tornare nella sua città, che adesso riscopre e guarda con occhi nuovi sentendosi "un eterno turista"

  • 25 luglio 2022

Salvatore Ducato

La volontà è lo strumento più potente che abbiamo a disposizione che oltre a permetterci di ottenere almeno una buona parte di ciò che desideriamo, è anche gratis.

In molti casi i palermitani sono diventati celebri per il loro essere lascivi, abituandosi e abituando a pensare che nascere in luogo tanto bello quanto apparentemente dimenticato come questo, fosse una sorta di maledizione. Altrettante volte, però, succede che ci si renda conto ad un certo punto di vivere in uno dei luoghi più belli al mondo e si decida di prendersene cura, facendo qualcosa di buono per il proprio posto, ognuno a modo suo.

Salvatore Ducato ha ventinove anni ed è bagherese. Dopo la laurea in Relazioni Internazionali a Palermo, parte alla volta di Roma per un Master in Comunicazione e Marketing Digitale, quindi inizia a lavorare per un’agenzia pubblicitaria di Amsterdam, città in cui si trasferisce nel 2018. «Sono rimasto molto colpito dal loro modo di lavorare. Lì ho visto una concezione del lavoro che responsabilizza tantissimo le persone, basata più sugli obiettivi da raggiungere che sulla quantità di tempo passata dietro una scrivania.
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Ad Amsterdam ho capito ben presto cosa significa lavorare in sinergia con gli altri e per obiettivi. Noi palermitani spesso siamo meno bravi a fare rete, e il rischio è quello di disperdere le energie nell’inseguire tutti la stessa cosa ma separatamente. La mia preoccupazione è quella di diventare coltivatori solitari di sogni collettivi, ed è un vero peccato, oltre che un paradosso in una città come Palermo».

Dopo qualche anno, Salvatore decide di rientrare in Italia. «Amsterdam per me è stata una fondamentale occasione di crescita, tuttavia oltre il lavoro agile ho sperimentato anche cosa significasse vivere lontani. Per quanto alla fine io mi fossi ambientato bene, sapevo di non essere a casa. In quel momento, però, non ero pronto a tornare a Palermo, così ho deciso di trasferirmi a Milano.

Per chi, come me, lavora nel settore della comunicazione le possibilità in quella città sono pressoché infinite, così sono potuto tornare in Italia senza perdere quella dimensione europea che tanto mi piaceva. Poco prima della pandemia mi trovavo in Sicilia, per fato o fortuna, chiusero la Lombardia il giorno dopo il mio arrivo a Palermo e da allora non sono più andato via. In quel momento immaginare un ritorno a Palermo per me era follia, stavo cercando casa da comprare a Milano, avevo dei progetti e per me quella vita lì era una certezza.

Milano mi ha dato tantissimo, sono uscito dalla mia zona di comfort, mi sono messo in gioco in tante occasioni, alcune volte ho vinto ma non posso dire di non aver perso qualcosa strada facendo, e quando mi sono ritrovato qua, ho rimesso tutto in discussione, la pandemia mi ha insegnato che l’unica certezza, è che non ci sono certezze.

Da quando sono tornato a Palermo - continua - mi rendo conto che la guardo con occhi diversi. A volte mi sento quasi un eterno turista nella mia città, mi innamoro tutte le volte e questa cosa mi piace molto, mi dà gli stimoli giusti per migliorare quello che posso. Non ho dimenticato quando la guardavo con gli occhi di una persona amareggiata e arrabbiata, impossibilitata a trovare la sua felicità. Oggi la guardo con gli occhi di chi ha la sua esperienza e sa che può utilizzarla per migliorare le cose».

Fortunatamente, Salvatore ha potuto continuare il suo lavoro anche dalla Sicilia, ma durante i periodi più intensi della pandemia lo sconforto era tanto, soprattutto dopo il bollettino delle 18.00. «Io sono uno che non si perde d’animo facilmente, così ho deciso di fare qualcosa che nel mio piccolo potesse dare un contributo positivo. Insieme ad alcuni amici e colleghi abbiamo creato il sito “Una storia diversa” uno spazio nel web catalizzatore di buone notizie: i pizzaioli a Napoli che mandano le pizze ai medici nei reparti Covid, iniziative di spesa solidale e altre storie di speranza in tempi bui».

Il sito ha un successo assolutamente inaspettato e arriva a vincere il Touchpoint Awards 2020 e un premio in Digital PR and Social Media Relation. Da quel momento Salvatore inizia a collaborare come responsabile della comunicazione con alcune rinomate realtà del territorio. «Ognuno di noi può e deve fare la propria parte, in fondo sono tante gocce a fare il mare.

Penso inoltre sia importante non dimenticare mai la fortuna che si ha avuto a nascere in una determinata condizione o luogo. Ogni contesto ha le sue criticità, e anche il contesto più difficile può darti quegli stimoli necessari a fare la differenza, come lavoratore e prima ancora come persona. Il valore umano che puoi portare a casa da una città come Palermo è qualcosa di raro.»

Durante un’intervista in cui raccontava di uno dei progetti per cui collaborava, viene notato da un professionista del settore palermitano, anche lui rientrato da poco dopo numerosi anni fuori, oggi in IM*MEDIA: una realtà squisitamente palermitana che da ventisette anni progetta la comunicazione di alcuni dei più importanti brand nazionali e internazionali.

Dopo alcuni incontri, l’agenzia offre a Salvatore una posizione come responsabile di una delle business unit. «Ogni tanto ripenso al ragazzo che se ne è andato dalla Sicilia, costretto dal non avere opportunità, oltre che gratificazione.

C'è stato un periodo in cui la Sicilia mi è stata stretta, per me è sempre stato un rapporto di amore e odio, ma io ho sempre guardato il bicchiere mezzo pieno, e anche quando era vuoto, ho sempre sostenuto di poterlo riempire. Oggi mi ritrovo nei panni di un professionista, in Sicilia, con un bagaglio di esperienze fatte che riesco a mettere a frutto nella mia terra. «In IM*MEDIA sono il responsabile di un progetto che si rivolge a professionisti e piccole e medie imprese e non c’è niente che al momento mi gratifica come questo ruolo.

In IM*MEDIA, oltre una grande gratificazione professionale, ho avuto l’opportunità di conoscere tanti colleghi che come me sono tornati da tutta Italia, da Roma, Milano, Torino e la cosa mi rincuora non poco, è il segno inequivocabile che qualcosa sta cambiando. Quando sono partito non mi sarei mai sognato di ritrovare a Palermo amici che avevo perso anni fa. Da poco è rientrato anche uno dei migliori amici, faceva la guida turistica a Firenze perché a Palermo non era riuscito a trovare lavoro, mi ero rassegnato ad averlo perso per sempre e invece anche lui, come tanti altri, è tornato a casa.

Mi auguro che presto Palermo possa vivere una nuova primavera e che tutti i talenti che stanno tornando in città possano rimanere per dare il loro contributo e migliorare questa terra meravigliosa ma tanto maltrattata. Arriveranno grandi occasioni per la città, ne sono sicuro. In fondo, sono arrivati anche i monopattini, per tutto il resto è solo questione di tempo.
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