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Da piccoli l'abbiamo bevuta tutti in Sicilia: chi ricorda la (straordinaria) bevanda estiva

Una sciccheria riservata agli ospiti da servire come il caffè ma anche una bibita da dare ai bambini per rinfrescarsi. In tutti i casi, un rimedio nostrano contro i 40 gradi

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 10 giugno 2024

L'acqua e amarena, la bevanda estiva di Sicilia

Rosso rubino brillante, aromatica e dissetante, semplicemente zuccherina o leggermente alcolica con l'aggiunta di un goccio di liquore: l'acqua e amarena è una delle straordinarie bevande estive che racconta una Sicilia antica, dove sapori semplici ma genuini erano il patrimonio delle donne tramandato da generazioni, di madre in figlia.

Giugno è il mese delle ciliegie ma anche delle amarene, che sono un concentrato di sostanze benefiche per l'organismo, oltre alla loro intensa bontà aromatica.

Una sciccheria quotidiana nelle case più abbienti, una rarità in quelle popolari usata solo per le occasioni speciali, utilizzata anche come rimedio farmacologico in caso di mal di stomaco ad esempio, ma in generale una usanza che ancora oggi resiste nei ricettari degli appassionati.

Veniva servita per rinfrescarsi nei mesi di torrido caldo estivo, al pomeriggio come il caffè o riservata per gli ospiti come chicca della casa, amata da tutti e anche molto attesa, soprattutto dai più piccoli.
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Era presente nella dispensa di famiglia e preparata, ovviamente, nei mesi estivi dopo la raccolta delle amarene, giornate che in se erano già una festa per tutti, mentre si riempivano i cestini per trasportare la frutta a casa, assaporando il dolce acidulo che è la caratteristica di questo frutto aromatico che finiva sciroppato per le torte o candito per le decorazioni.

Come tutti i frutti rossi sono antiossidanti, le amarene hanno proprietà diuretiche e depurative, un effetto benefico antinfiammatorio sui polmoni, sul sistema respiratorio per chi soffre di asma, verso il colon e il seno, aiutano a ridurre il colesterolo. Ottimo rimedio per il tessuto muscolare in caso di crampi.

Oltre alle drupe vengono impiegati anche i peduncoli, raccolti e lasciati essiccare al sole, importanti per le proprietà diuretiche e sedative delle vie urinarie.

Botanicamente appartengono alla famiglia delle Rosacee e le drupe sono formate quasi del tutto da acqua, provengono dall'Asia occidentale o dal Medio Oriente e, secondo una leggenda si racconta che siano arrivate in Italia portate da Lucullo, conosciuto per la sfarzosità dei suoi banchetti - luculliani appunto - dalla lontana Cerasunte, città dell'Asia Minore.

Tornando all'acqua e amarena la ricetta più comune prevedeva un procedimento semplice.

Dopo raccolte sarebbe bene lasciarle riposare un paio di giorni, se non troppo avanti con la maturazione, in un panno di cotone; denocciolate cercando di lasciarle il più possibile intatte, vanno messe a scolare in modo che cada il liquido in un altro recipiente.

Successivamente si passa a filtrare il succo per renderlo pulito da impurità. Alla fine si aggiunge lo zucchero in proporzione alla quantità di sciroppo e il tutto va fatto bollire per quindici minuti circa. Il liquido ottenuto va inserito in barattoli sterilizzati, chiusi ermeticamente e messi a macerare al fresco in frigo.

L'acqua è pronta!

Si può servire diluito in acqua fredda con qualche cubetto di ghiaccio, con il gelato o per accompagnare dei dolci a una coppa di gelato.

Non può mancare il rito, come ogni ricetta che si rispetti. Quello delle amarene è detto "delle quarantine".

Le amarene appunto venivano conservate in barattolo con lo zucchero e messe al sole per quaranta giorni e notti, spostandole a seconda di come girava il sole e agitandole quando necessario.
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