Avvistato (per la prima volta) nella riserva in Sicilia: se c'è lui l'ambiente è pulito
Le uova avvistate dai gestori della riserva sono state trovate all’altezza del suolo e si sono schiuse rispettivamente l’11 e il 13 maggio. Cosa sappiamo finora

L'Occhione (foto di Michele Mendi)
«Per noi è stato davvero emozionante osservare per giorni interi i genitori mentre accudivano le uova e poi alimentavano i pulcini» hanno raccontato i gestori della riserva.
D’altronde osservare questa specie mentre nidifica in natura è molto raro ed è per questa ragione se il personale della riserva ha deciso di porre una fototrappola nei pressi del nido.
Fa parte della famiglia dei Burhinidae ed è nota per emettere durante le ore serali il suo particolare canto, il cui suono viene descritto dagli ornitologi con la parola "turlip".
L’Occhione frequenta da molto tempo le aree costiere della Sicilia sud occidentale, ma non era mai stata avvistata all’interno delle Saline, famose a livello internazionale per la loro preziosa biodiversità.
Secondo gli esperti, l’Occhione è una specie particolarmente sensibile ed è anche abbastanza selettivo quando deve scegliere il territorio.
Per questa ragione aver trovato due uova nelle Saline può essere considerato un importante bio indicatore della salute della riserva, che oltre a rappresentare uno dei punti di accesso per l’Europa per molti uccelli migratori ospita anche una grande varietà di uccelli.
Le uova avvistate dai gestori della riserva sono state trovate all’altezza del suolo e si sono schiuse rispettivamente l’11 e il 13 maggio. L’aver nidificato a terra è un comportamento normale per questa specie, che depone di solito le proprie uova nei greti fluviali, a ridosso delle aree umide e nei percorsi dei torrenti asciutti, colmi di ciottoli.
A impedire ai predatori di trovare invece le uova degli Occhioni – chiamati così per via dei loro grandi e penetranti occhi gialli – nel terreno è invece la loro superficie mimetica, corrispettivo del loro piumaggio una volta adulti, che gli consente di acquattarsi nel terreno per risultare invisibili.
Lunghi tra i 38–45 cm e con un'apertura alare di 76–88 cm, questi uccelli sono inoltre molto bravi nel correre, tanto da risultare degli ottimi corridori. Per via della sua vulnerabilità, questa specie viene però considerata particolarmente protetta, ai sensi di una delle leggi principali della tutela della biodiversità in Italia, ovvero la legge 157 dell'11 febbraio 1992.
La Riserva delle Saline di Trapani e Paceco è una delle principali aree umide siciliane e come lo Stagnone di Marsala è riconosciuta tra le zone di importanza internazionale.
La sua superficie è infatti tutelata dalla Convenzione Ramsar, firmata in Iran nel 1971, che risulta essere il primo trattato internazionale riguardante la conservazione della natura e degli ecosistemi.
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