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Era "'a cucina economica" di Bagheria, guarda cos'è adesso: la storia di piazza Indipendenza

Quel luogo fu un vero salvavita per i tanti baarioti che ancora, decenni dopo, ne ringraziavano l’esistenza, ammettendo che senza, la guerra avrebbe mietuto ancora più vittime

Sara Abello
Giornalista
  • 13 aprile 2022

Se vi trovate a Bagheria e sentite parlare di “cucina economica” sappiate che non vi stanno indicando una trattoria a buon prezzo, né tantomeno parlando di interior design delle vecchie cucine a legna con incorporato piano cottura e forno.

A Bagheria la cucina economica era un edificio e per estensione tutta l’area che lo ospitava. Vi racconto meglio... L’attuale Piazza Indipendenza, nel cuore del centro storico di Bagheria, accoglieva un edificio cui alcuni testi fanno riferimento come il “Palazzo Cavaliere Branciforti” e altri come la “Casina del Marchese Gravina e Cottone”, fratellastro del Principe di Palagonia che, proprio nell’area limitrofa, abitava la sua Villa dei Mostri.

Non è semplice capire se effettivamente si trattasse della dimora di uno dei Gravina, considerato che proprio in fondo alla via Di Pasquale, che costeggia la piazza, si trovano ancora oggi i due pilastri di quello che era uno dei cancelli di Villa Palagonia, oppure se il vicino Atrio Cavaliere che si sviluppava proprio intorno ad un edificio rurale, possa aver indotto in errore gli studiosi.

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Certo è che l’edificio di Piazza Indipendenza era costituito da una struttura rustica intorno alla quale vi erano coltivazioni e venivano lasciati gli animali a pascolare. Veniamo al dunque però, il perchè della “cucina economica” che vi promettevo prima, per intenderci.

Durante la prima guerra mondiale, in quell’edificio fu creata una cucina per i poveri del paese, un po’ come avvenne in seguito alla seconda, per il convento di Piazza Larderia. La nostra cucina economica fu quindi un vero salvavita per i tanti baarioti che ancora, decenni dopo, ne ringraziavano l’esistenza, ammettendo che senza, la guerra avrebbe mietuto ancora più vittime.

Tanti sarebbero stati i morti di fame oltre che sotto i bombardamenti. Dagli archivi di immagini storiche viene fuori che la costruzione sopravvisse non solo al primo ma anche al secondo conflitto mondiale e così, sino agli anni sessanta, era ancora in piedi e continuava ad esser conosciuta dai baarioti come cucina economica.

Negli anni venti vi fu una breve parentesi durante la quale un’ala fu adibita ad ospitare le classi delle scuole elementari sino a che, negli anni sessanta appunto, quello che era un edificio in comunicazione sia con il palazzo dei Palagonia che con quello del marchese di Roccaforte, proprio per la sua posizione centrale nel cuore bagherese, fu abbattuto.

Al suo posto spuntò come un fungo selvatico, senza offesa per loro chè quando non sono velenosi sono pure buoni, un edificio alquanto anonimo utilizzato per uffici. Ancora oggi, ad onor del vero, lì dentro si trovano proprio gli uffici dedicati ai servizi fognario e idrico del comune di Bagheria.

Ovviamente la demolizione rappresenta una delle tante brutture commesse dalle varie amministrazioni che si sono succedute, che hanno purtroppo ritenuto “superfluo” un edificio che, oltre al valore simbolico per la popolazione baariota, sopravvissuta anche grazie al contributo offerto dalla cucina economica, aveva un evidente valore storico, trattandosi di uno dei primi edifici del paese, sul quale oggi è ormai impossibile documentarsi.

Ciò che è cambiato è anche tutto l’assetto della piazza intorno, che un tempo era luogo di ritrovo per i bambini che lì si incontravano per giocare a calcio, oltre che sede di botteghe artigiane. Ma andiamo piano, non tutto è perduto e oggi, dopo i vari step sopracitati, la piazza sta tornando a vivere grazie a dei validi progetti. Già da alcuni anni l’area è oggetto di un intervento di riqualificazione.

Nel 2016 fu realizzato un grande e variopinto murales di circa 60 metri che rappresenta una donna immersa tra gli agrumi, limoni, arance e fiori di zagara, tratti distintivi della Bagheria di una volta, peccato sia stato vandalizzato poco tempo dopo...adesso però, l’area che è stata a lungo vittima di deterioramento e abbandono, è protagonista di un vero e proprio processo di ripristino iniziato con la ristrutturazione dei locali utilizzati da sempre come magazzino comunale che ospiteranno @Ecolab.

Nasce infatti, dalla collaborazione tra l’amministrazione del sindaco Filippo Tripoli, Legambiente, AMB che gestisce la raccolta differenziata dei rifiuti in città e il gruppo di progettazione CISP Europe, un vero e proprio laboratorio di ecologia integrata. Essenziale la partecipazione degli studenti dell’istituto professionale di Stato IPS “Salvo D’Acquisto” e del liceo artistico “Renato Guttuso” entrambi di Bagheria, per comprendere i valori dell’economia sostenibile e circolare.

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