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Ha la facciata "bucata" e due torri ai lati: un gioiello (francescano) nel cuore della Noce

La bellezza di matrice cristiana, partecipa pienamente dello sviluppo urbano della città, costruendo preziosi tasselli di identità comunitaria locale

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 26 novembre 2023

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù alla Noce

Due torri ai lati e di poco svettanti rispetto al vertice della copertura a capanna della simmetrica facciata su strada, identificano la Chiesa "Francescana" del Sacro Cuore di Gesù prossima a piazza Noce, all’interno del congestionato quartiere omonimo di Palermo, un tempo a margine delle produttive industrie tessili Gulì e del mobilificio Ducrot.

Bianca, ad unica navata con copertura a volta a botte interamente decorata da affreschi, si arricchisce lungo la porzione di volta del catino absidale e del presbiterio delle pitture di Guido Gregorietti riguardanti La Gloria di San Francesco e Maria e Giuseppe con la Santissima Trinità, mentre sono del fratello Biagio (Gregorietti) le splendide vetrate delle Gerarchie angeliche, brillanti e coloratissime opere d’arte decorativa della metà degli anni Quaranta.

L’edificio infatti, inizialmente immaginato come architettura neo-goticheggiante dall’ingegnere Nunzio Russo su impulso committente di padre Girolamo Giardina, venne ultimato tra il 1943 e il 1945 dal “basiliano” Giovan Battista Santangelo, ormai distante dal lessico floreale del maestro e più incline a lineamenti razionalisti.
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La facciata risulta letteralmente bucata da una grande nicchia arcuata centrale sotto la quale si aprono i tre simmetrici ingressi ad arco del breve loggiato che consente l’accesso coperto all’aula liturgica.

Due nicchie poste lungo le rispettive mezzerie delle torri (una delle quali campanaria), accolgono le statue di San Francesco e Sant’Antonio, mentre l’ulteriore nicchia centrale e lievemente sporgente in avanti accoglie la statua del Sacro Cuore quasi al vertice della facciata.

Completano il quadro storico-artistico gli arredi e i corredi liturgici interni, i quali compongono insieme alla totalità degli spazi dell’edificio di culto, l’immagine iconica di questa architettura di frontiera che proprio si avvicina a compiere gli ottanta anni d’età.

Vi è annesso il convento e un prezioso centro sociale aperto al quartiere, ancora una volta fortemente voluto da padre Giardina che infatti è qui sepolto all’interno dell’interessante sarcofago marmoreo recante il medaglione scultoreo con il volto del prelato.

Ancora una volta, la bellezza di matrice cristiana, partecipa pienamente dello sviluppo urbano della città, costruendo preziosi tasselli di identità comunitaria locale.
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