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I "sentieri del Gatto" in Sicilia, tra boschi e vigneti: itinerari suggestivi e poco conosciuti

L’ambiente qui ha una colorazione particolare, d’un verde scuro a chiazze gialle. Una discesa su carreggiata stretta è il preludio all'inizio del percorso "felino"

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 27 aprile 2023

I sentieri del Gatto in Sicilia

Il Demanio forestale del comune di Montevago si estende per circa 363 ettari. Una superficie che si divide in 5 complessi denominati "Siini", Magaggiaro", "Carbonara", "Diesi" e "Acque Calde".

Un’area ricca di itinerari escursionistici conosciuti e alcuni inesplorati. Tra questi, fanno parte dei percorsi particolari e dalle caratteristiche bizzarre: i tracciati del Gatto-Turracida e Gatto-Ruvetto.

I nomi possono trarre in inganno qualsiasi visitatore. La partenza è stabilita nel parcheggio del complesso boscato e attrezzato di Magaggiaro. Una volta pronti, finalmente si esce dalla zona per procedere nel lato opposto e iniziare il cammino verso un ambiente intenso.

Lo sterrato è classico di qualsiasi tracciato nel mezzo della natura. Il dislivello è di circa 175 metri. I primi passaggi scandiscono un complesso boscato artificiale che cambia repentinamente una volta percorso circa un chilometro. Difatti, è presente un canyon singolare, breve e caratteristico delimitato nella roccia in calcarenite.
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Un’immagine fuori contesto rispetto al vicino Bosco di Magaggiaro. A quel punto la scelta cade su due opzioni: nella prima, i volenterosi possono continuare la camminata. Nella seconda, il tratto vira verso l’uscita con grande rammarico. I colori della natura prendono forma nei metri successivi e caratterizzano ogni angolo del paesaggio.

Tra ambienti agricoli (specie vigneti e uliveti) e flora spontanea, la strada si restringe e l’itinerario del Gatto inizia a prendere forma. In lontananza si intravedono alcuni luoghi importanti come il Castello della Pietra e il Bosco di Frassino con la cittadina di Partanna sullo sfondo.

L’ambiente assume una colorazione particolare, d’un verde scuro con chiazze gialle tipico dei paesaggi dei Monti Iblei. Una discesa su carreggiata stretta è il preludio all'inizio del percorso felino (Gatto). Si entra in un’atmosfera incantevole e ricca di vegetazione.

Mentre si scende in basso è possibile ascoltare i suoni della natura e degli abitanti (fauna) che hanno trovato l’habitat perfetto per stabilirsi. I tracciati del Gatto sono brevi e abbastanza impegnativi. E’ la giusta descrizione per chi decide di addentrarsi all’interno del “grande” canyon. Di fronte è presente una strada. Questa, è la via di collegamento con un’ampia cava non distante.

Il percorso è ad anello e continua imperterrito verso una salita impegnativa. La fatica ha raggiunto il culmine ma vale la pena continuare. Una volta terminata, lo sguardo si concentra sulla presenza di parecchi tronchi tagliati.

È il segno tangibile dell’impegno profuso dai forestali nel tempo. Finalmente si raggiunge il Bosco del Gatto.

È un complesso costituito prevalentemente da pini ed eucalipti. Dal punto di vista biologico e botanico non sono notevoli. Malgrado tutto, sono ugualmente importanti per la funzione di regimazione delle acque e la prevenzione dal dissesto idrogeologico.

Non sono presenti servizi particolari o aree attrezzate. Da lassù si concentra uno scenario che si confonde tra l’attività estrattiva (cava), impianti agricoli e boschetti sparsi. Un trittico con caratteristiche differenti.

L’ultimo tratto è semplice e si toccano con mano i vigneti. Le zone di Montevago, Menfi e Sambuca sono ricche di verde. Meritano il massimo rispetto per l’importanza e il ruolo che rivestono.

Negli ultimi anni sono state colpite da molti incendi che, nel tempo, hanno distrutto ettari di bosco. Un danno incalcolabile che pagheremo successivamente. Gli itinerari del Gatto si nascondono e confondono nello scenario magnifico dell’entroterra agrigentino.
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