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In atelier con Simona Cavaglieri: chi è la palermitana (sempre) divisa tra arte e danza

Esperienze sensoriali trasversali e convincenti, le sue mostre intercettano il favore del pubblico per l’eleganza del tratto e la chiarezza delle immagini

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 11 dicembre 2022

Dettaglio di un'opera di Simona Cavaglieri

Costantemente divisa tra danza e pittura, in Simona Cavaglieri la prima disciplina si interconnette all’altra e viceversa proiettando spesso la stessa all’interno di performance dinamiche in cui se danza è sempre presente la pittura e dove se dipinge è sempre presente la dinamicità espressiva della danza.

Formatasi prima al Liceo Artistico Eustachio Catalano e successivamente tra l’accademia palermitana e quella della capitale, nel 2000 si aprono anche le porte del cinema d’autore per i Cento Passi di Marco Tullio Giordana con musiche di Giovanni Sollima, dove interpreta la parte della fidanzata di Giovanni Impastato (Paolo Briguglia).

Tornata a Palermo dopo aver danzato per la Compagnia di danza di Cinzia Cona e per lo Studio Festi di Milano (1994-2015) in giro per il mondo tra: Giappone, Australia, USA, Kenya, Islanda, Canada ed Europa, si divide con maggiore slancio dal 2011 tra mostre personali e collettive curate tra gli altri da: Ermanno Tedeschi, Francesco Gallo Mazzeo, Maria Antonietta Ruta, Alba Romano Pace e Floriana Spanò.
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Attualmente presente alla collettiva "Il gioco riflesso" all’interno del Polo Oncologico dell’Ospedale Civico dove ha proprio aperto “le danze” con una performance, espone ancora alla Galleria KOART di Catania nella personale di pittura In-Comunicazione fino al 13 dicembre.

In una contemporaneità costruita sul tentativo perdente di omologazione da parte di una fallita globalizzazione costantemente messa in crisi dai fatti, la sua pittura misurata e dinamica, nella volontà di esprimere il potenziale di messaggi universali ma ben radicati al sentire del territorio d’appartenenza, palesa il valore del localismo come struttura narrativa, tessuto attorno a temi cari all’artista ma soprattutto al sempre maggiore bisogno di condivisione attiva del nostro indispensabile spirito di comunità.

Esperienze sensoriali trasversali e convincenti, le mostre di Simona Cavaglieri intercettano il favore del pubblico per l’eleganza del tratto e la chiarezza delle immagini prodotte con quell’occhio allenato alle forme e alle tensione del corpo che si muove dentro lo spazio e che muove lo spazio. Leggerezza e tensione al tempo stesso, sia nelle opere che nelle danze sensuali ed empatiche.
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