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In Sicilia c'è una porta che ti fa viaggiare nella storia: da qui entri nella Città del Mito

Se ci passi fai un viaggio nella storia antica dell'Isola, dal mito greco all'epoca contemporanea. Un luogo "magico" che ti conduce verso bellezze straordinarie

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 9 giugno 2024

Porta Marina, Siracusa (foto di Francesca Garofalo)

Una soglia che equivale a un viaggio fulmineo in un’altra dimensione: quella medievale, che si scontra e incontra alla contemporanea; questo il sortilegio della Porta Marina o “Potta ra marina” di Siracusa.

Il monumento siciliano databile al XVI secolo che alle prime luci dell’alba riflette il silenzio dell’Isola di Ortigia, mentre a giorno inoltrato restituisce l’eco di cittadini e viandanti. E lo fa mediante un arco a tutto sesto, in origine baluardo e luogo di accesso alla cittadella fortificata in prossimità del Porto Grande.

La struttura come la vediamo oggi è il risultato di un rifacimento di epoca Borbonica e si presenta con dei blocchi squadrati in cui scorrono però tracce di un’antica porta di epoca greca e dettagli di quella spagnola. Retaggio di una dominazione ancora ben visibile in un dettaglio che, più di tutti, spicca prepotente: un’edicola catalana.

Elemento decorativo, che assume quasi le fattezze di un centrino traforato e merlettato con dettagli floreali, "cucito" con scalpellino e con al centro (un tempo) lo stemma riconducibile forse a quello delle Reali Case di Castiglia, Leone, Aragona, Aragona di Sicilia e delle Due Sicilie.
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Nell’edicola, composta da diverse cornici, a colpire oltre alla lavorazione è anche un elemento incompleto, sotto l’angolo superiore destro, che ha suscitato due congetture. La prima, che l’edicola appartenesse a un altro edificio e sia stata collocata sulla Porta.

L’elemento diverso quindi è conseguenza della sostituzione di un pezzo distrutto nello smontaggio e ricreato da maestranze differenti. La seconda, che essa era il frutto di una lavorazione in serie di maestranze distanti dalla città aretusea, e da qui l’impossibilità di rimediare subito all’elemento incompleto.

Ipotesi a parte, il fascino della Porta Marina non si esaurisce soltanto nelle reminiscenze catalane, ma anche nella presenza di altri dettagli e indizi sulla sua storia. Infatti, sopra l’edicola si trova un elemento architettonico merlato e sporgente, riconducibile a una postazione di guardia dove osservare gli arrivi dal mare di mercanti, viaggiatori e soprattutto conquistatori.

Superata la dimensione medievale e catalana, invece, nella parte interna della Porta, sempre sopra l’arco, si può osservare un’altra edicola. Questa volta con un’epigrafe che dà informazioni sui natali del colosso, riportando come anno il 1599; giorno dell’Annunciazione della Beata Maria Vergine, e con riferimento al regno di Filippo III.

Anche in questo caso altro dettaglio, altra congettura. Pare che il 1599 sia la data di un nuovo battesimo della Porta, perché in contrasto con l'edicola catalana di fine ‘400 e con l’antico stemma della città, un castello, posto sulla base dell’edicola e sostituito da un'aquila già a partire dal ‘400.

Una costruzione, dunque, piena di fascino, ipotesi e qualche contraddizione che pare sia stata anche protetta da un’altra porta: la Porta di Mare. Eretta alla fine del XVIII secolo, poi abbattuta nel 1875, ortogonale alla Porta Marina e che, sull’arco a tutto sesto di ingresso, era insignita di una maschera con volto umano e un'edicola a timpano.

La Porta Marina, ne ha dunque di storia da raccontare. Superstite delle mura e porte spagnole demolite dalla furia dell’uomo nella seconda metà dell’800 e da quella della natura del 1693 con un forte terremoto; dal 1958 è sottoposta a tutela e dichiarata sito di interesse storico e artistico.

Oggi, continua a far viaggiare nel tempo i conquistadores di tradizioni e bellezze, che siano i cittadini detti “ro scogghiu” e non, fino ai turisti.

(Fonte: Antonio Randazzo, "I Siracusani")
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