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Lo chiamavano "Pantheon" ma è in Sicilia: la sua maestosa cupola gli dà il (vero) nome

Il terremoto del 1169 provocò ingenti danni a tutto il corpo edilizio, venendo successivamente ristrutturato anche con nuove aggiunte. Ecco com'è oggi

Livio Grasso
Archeologo
  • 3 febbraio 2023

Le Terme della Rotonda a Catania

Simbolo dell’antico dominio romano sul territorio Patrimonio archeologico di Catania, le Terme della Rotonda rappresentano una delle tante ricchezze monumentali che contraddistinguono il capoluogo etneo.

Ubicato tra la via Rotonda e la via Gesuiti, l’impianto termale risale al I-II secolo d.C. A giudizio dei ricercatori, il complesso edilizio costituisce la traccia più evidente della dominazione romana all’interno del territorio locale.

Il soprannome “La Rotonda” trae origine dalla conformazione strutturale della chiesa e, in particolare, da una poderosa copertura a forma di cupola che si scorge sull’edificio principale. Per tale ragione, non a caso, fu denominata anche “Pantheon”.

Nel XVIII secolo,infatti, alcuni intellettuali dell’epoca erano soliti paragonarla al celebre Pantheon di Roma. Tuttavia, ben presto tale ipotesi venne severamente confutata.

A tal proposito, merita esplicita menzione la teoria avanzata dal principe Ignazio Biscari, amante dell’arte, della letteratura e soprattutto dell’archeologia. Fu proprio lui a dedurre che la struttura fosse una stazione termale di fattura romana.
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Di lì a poco, inoltre, essa divenne oggetto di fervido interesse da parte degli studiosi. Rimasta invariata fino al VI secolo, risulta essere composta da un vasto complesso che racchiude aree quadrangolari e circolari interconnesse tra loro.

Allo stato attuale, le ricognizioni in situ hanno rilevato la presenza di nove ambienti collocati sia a sud che a est della sala “Rotonda”.

Secondo altre interpretazioni, però, la costruzione potrebbe essere stata edificata su un “fabbricato termale” che si attribuisce al periodo ellenistico.

Trattasi di una congettura che si fonda sull’individuazione di alcuni reperti ascrivibili all’età greca. Ad ogni modo, intorno al VI secolo, le terme furono radicalmente modificate sotto la sovranità dei bizantini.

Non a caso, durante il loro predominio fu pianificata l’ex “Basilica di Santa Maria della Rotonda”. Il nuovo piano progettuale, dunque, comportò la rimozione del vecchio impianto termale e la trasformazione della sala rotonda in una chiesa.

Nel presbiterio, tuttora, figurano degli affreschi che riproducono la Madonna insieme ai vescovi Nicola e Leone il Taumaturgo. Nel IX secolo, invece, l’area assurse anche a luogo di sepolture. Ancora oggi, all’ingresso del sito, sono visibili alcuni resti di scheletri umani.

Siamo, altresì, a conoscenza che il terremoto del 1169 provocò ingenti danni a tutto il corpo edilizio, venendo successivamente ristrutturato con nuove aggiunte.

Al XVII secolo, per di più, si attesta la realizzazione di un nuovo ciclo di affreschi raffiguranti la Vergine, gli evangelisti e alcuni santi.

Di grande pregio anche l’iscrizione latina posta alla base della cupola, che recita: “Ciò che la pietà dei Catanesi aveva eretto all’inutile superstiziosa venerazione di tutti gli dèi, questo stesso, tolto l’errore della falsa religione negli stessi primordi della nascente fede San Pietro Principe degli Apostoli, consacrò nell’anno di grazia 44 a Dio Ottimo Massimo e alla sua genitrice ancora vivente nell’anno II di Claudio Imperatore".

Ulteriori perlustrazioni in loco sono avvenute dal 2004 al 2008 affinché l’intera zona venisse valorizzata adeguatamente. Malgrado ciò, l’inestimabile “esemplare archeologico”, a causa della mancanza di fondi e personale, non è stato costantemente aperto al pubblico per diverso tempo.

Nel 2016 è stato nuovamente reso accessibile per merito dell’iniziativa promossa dall’ "Associazione Etna ‘ngeniousa".
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