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Aperta o chiusa: la Favorita che "park" deve diventare?

La Favorita come Central Park, chiusa al traffico e aperta al pubblico. No: come Hyde Park, dove passano anche la macchine. Cronaca dell'indecisione tutta palermitana

  • 22 settembre 2014

Scusate la domanda: ma la Favorita che park deve diventare? Si era fatto un gran parlare della sua trasformazione in un grande parco verde, esclusivamente dedicato al transito pedonale. Le autorità avevano promesso: diventerà come Central Park, il grande parco pubblico di New York.

E lì eccoci a sognare un'area pedonale tutta verde, con sentieri pensati per il trekking, con aree picnic vivibili, senza l'inconveniente di trovare auto e moto rumorose e... prostitute, che si sa, anche se si fa finta di nulla sono lì a tutte le ore del giorno e della notte.

E lì, allo stesso tempo, tutti a storcere il naso: perché a Palermo le cose si dicono ma non si fanno, perché a Mondello poi come ci si arriva, perché mica si può passeggiare tra i chioschi con le prostitute che tanto non se ne andranno e continueranno a mettere la mercanzia in bella mostra.

Intanto, però, il progetto sembrava aver tutte le carte in regola per vedere la luce. Sembrava, per l'appunto. Perché mesi dopo l'entustiastico annuncio, la Favorita cambia park d'ispirazione: da New York ci spostiamo a Londra, perché "anche ad Hyde Park entrano le macchine", dice il sindaco Leoluca Orlando.

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Fine del sogno del polmone verde palermitano: le macchine continueranno a transitare in viale Diana e viale Ercole, parola del sindaco, che ha fatto presente che i mesi di sperimentazione non hanno dato esito positivo.

Si torna indietro, alle origini: adesso la priorità è recuperare gli spazi verdi. Succederà? Forse sì, forse no: la prossima volta, comunque sarà meglio andarci cauti con i paragoni internazionali, perché a voler mettere le carte in tavola la Favorita non somiglia e non somiglierà di certo a breve a nessuna delle realtà verdi più famose del mondo.

Alla domanda iniziale, ma la Favorita che park deve diventare? dunque, si può rispondere in un solo modo: intanto facciamola davvero diventare un parco vivibile, che ci siano le macchine o meno. Poi, a cercare di farla somigliare a qualcosa di più english, ci pensiamo.

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