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Ciprì e Lo Cascio: registi siculi debuttano a Venezia

Ciprì è in gara alla Mostra del Cinema di Venezia mentre Lo Cascio è per la prima volta regista di un film in concorso in una sezione parallela del festival

  • 27 agosto 2012

Non aveva ancora trovato una storia che lo ispirasse, Luigi Lo Cascio, per mettersi in gioco dietro una telecamera. Adesso che ha la storia giusta è pronto a vestire per la prima volta i panni di regista con il "La città ideale", unico film italiano in concorso, alla 27° Settimana Internazionale della Critica, sezione parallela della Mostra del cinema di Venezia in programma dal 29 agosto all'8 settembre. Il Festival della laguna ha già ospitato ben otto volte Luigi lo Cascio, ma questa nona presenza è di certo speciale: non solo protagonista ma anche regista della sua opera prima.

"La città ideale" ha per protagonista Michele Grassadonia, interpretato dallo stesso Lo Cascio, ecologista palermitano particolarmente attivo il cui credo nei propri ideali è al limite dell'integralismo, tanto da portarlo a trasferirsi da Palermo a Siena, considerata, tra tutte, per qualità di vita, la città ideale. Qui da un anno porta avanti nel suo appartamento un esperimento: riuscire a vivere in piena autosufficienza, senza dover ricorrere all'acqua corrente o all'energia elettrica. È una notte di pioggia a portare scompiglio nelle certezze del protagonista che coinvolto da una serie di avvenimenti rimetterà discussione quello in cui crede, spiega l'attore-regista che di più non vuole svelare.

Un "giallo morale", viene definito il film del cui cast fanno parte fra gli altri Catrinel Marlon, Massimo Foschi, Alfonso Santagata, Roberto Herlitzka e lo zio di Lo Cascio, Luigi Maria Burruano; «come Edipo fa un'indagine, una ricerca della verità - aggiunge Lo Cascio - anche il protagonista della mia storia è forte, estremo nelle sue convinzioni, ma dovrà aprire la porta del dubbio». Venezia accoglie poi un altro grande esordio "da regista single": tra i tre film italiani in gara nel concorso principale della 69ma Mostra del Cinema di Venezia c'è Daniele Ciprì per la prima volta senza l’abituale compagno Franco Maresco, con il quale ha diretto piccoli cult del cinema indipendente italiano come "Totò che visse due volte" oltre ai celebri corti di Cinico TV.

La pellicola in concorso, "È stato il figlio", - al cinema dal 14 settembre - porta sullo schermo l’omonimo romanzo di Roberto Alajmo: al centro della vicenda, le tragicomiche disavventure di una famiglia palermitana. Capita che la sorte proponga uno scambio: una Mercedes fiammante in cambio di una vita. E capita che una bambina uccisa da una pallottola vagante destinata a un malavitoso si trasformi in una sorta di terno al lotto per la sua famiglia, che grazie a lei può attingere al fondo dello Stato per le vittime di mafia. Così nella disgrazia, arriva l'occasione di una svolta alla difficile situazione economica; fortuna talmente tanto inaspettata da provocare nei Ciraulo la totale incapacità di gestire i soldi. Una storia vera: «Successa qualche anno fa nella periferia di Palermo - racconta lo stesso Ciprì - Ma è anche la storia di una famiglia qualsiasi, come tante in quest'Italia disastrata, in cerca solo di apparire» Nel cast, per il ruolo del capofamiglia Nicola, Ciprì ha scelto il grande Toni Servillo accanto al quale sfilano Gisela Volodi e Alfredo Castro.

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