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“Fuori tempo massimo”, tributo alla vita e all'amore

Il libro del giornalista Fulvio Viviano, edito da Pietro Vittorietti Edizioni, è un autobiografia divertente di un uomo casinista e solitario, puro e ottuso

  • 24 gennaio 2013

Chiuso il libro pare che tu abbia passato la notte al bar, fregato dalla veglia parolaia che ti ha trattenuto a sentire una storia che meritava. Un uomo che non conosci ,e che per libera scelta non porta l’orologio, ti fa una confessione in via del tutto confidenziale.

E in una battuta lanciata in aria e nel successivo scrutare dentro un bicchiere, c’è tutta la sua vita. Potrebbe dirsi laconico tutto ciò, salvo poi scoprire che la malinconia l’hai lasciata in un angolo appena si è fatta chiara la faccenda. Saranno pure le memorie di un uomo perennemente “Fuori tempo massimo” (questo il titolo del romanzo di Fulvio Viviano, edito da Pietro Vittorietti Edizioni, 124 pagine in vendita in tutte le librerie al costo di 10 euro oppure sul sito dell’editore) ma il campionario degli avvenimenti subiti è esilarante.

Il protagonista: un giornalista in continua trasferta, il cui intento pare essere quello di evitarsi in ogni modo una promozione sul lavoro. Con un primo fratello, “diversamente etero”, che per vivere fa l’art performer in giro per il mondo; con un secondo fratello, perenne attentatore della sua stessa esistenza, ebbro di vita e di velocità. Con una nonna che fa da collante umano, burbera, testarda, sempre impegnata nel modellamento della suola delle sue scarpe (capolavori d’arte moderna)

Ed infine, soprattutto, le donne della sua vita. Poche ma fondamentali. Esperienza insegna che (a differenza delle comari di sesso opposto, che finiscono per parlare dell’amore solo per raccontare sé stesse), se un uomo si decide a parlare d’amore è per sopravviverne.

Così procede il soliloquio intimo di un uomo casinista e solitario, puro e ottuso, che dei tempi da bar ha preso davvero tutto, pure l’umorismo noir dell’aneddoto del funerale della nonna: alla domanda “Hai ordinato la corona?”, il protagonista risponde “Nonna avrebbe preferito una Ceres”.

I biglietti aerei staccati per inseguire un'occasione, implorare un perdono o assecondare una follia nella notte; gli elenchi più improbabili che racchiudono cosa un uomo possa notare e adorare nel profilo di una donna appena entrata nella sua vita; gli appartamenti, gli alberghi e gli alloggi provvisori che ospitano i ricordi più belli quanto i transiti verso un avvenire di cui si ha terrore. Sono tutti, indistintamente, racchiusi in questo piccolo tributo alla vita.

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