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Giovanni Falcone, il ricordo: l'uomo di Stato, il magistrato, l'eroe a 30 anni dalle Stragi

Chi era Giovanni Falcone, il mondo intero lo sa. E tuttavia così tanto ci sfugge dell'uomo che è stato, e che riaffiora, solo, alla memoria di chi lo conosceva davvero

  • 23 maggio 2022

Il giudice Giovanni Falcone

Il suo nome viene pronunciato continuamente in questi giorni in cui ricorre il trentesimo anniversario dalla Strage di Capaci.

Ma chi era Giovanni Falcone? Il magistrato, l’uomo di stato, l’eroe: tutto questo è la storia, a raccontarcelo, 30 anni dopo.

La storia dei libri di testo, dei dossier giornalistici, delle fiction persino. La storia insegnata a bambini e ragazzi che in quella primavera di sangue non erano neanche venuti al mondo.

Chi era Giovanni Falcone, il mondo intero lo sa.

E tuttavia così tanto ci sfugge dell'uomo che è stato, e che riaffiora, solo, alla memoria di chi lo conosceva davvero. Peccato: perché tanto avremmo da scoprire a poterlo conoscere tutti, così come lo conobbero in pochi. Perché di essere un eroe, a Giovanni Falcone, non passava neanche per la testa.

E se è oggi simbolo di una lotta, è accaduto suo malgrado, perché quella che aveva scelto di intraprendere per la giustizia e la legalità era per lui la più umana delle battaglie. Naturale, come respirare.

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Riservatissimo, schivo, a volte persino ombroso. Con la paura costante di un passo falso, ma tenace come le sue indagini. E con quel particolare senso del pudore e della prudenza che lo tenevano quasi sempre lontano dalla ribalta mediatica, dai flash e dai microfoni. Non era quello il suo mondo.

La sua era, invece, una vita difficile. Vita blindata, sorvegliata 24 ore su 24, prigioniera di bunker camuffati da uffici, vita di rigori e di rinunce. Anche privatissime, e inconfessate: chissà se lo avrebbe voluto, poi, un figlio. Eppure era di una cordialità antica, di un’affabilità rara.

Chi lo conosceva bene ricorda oggi un uomo spiritoso, mosso da ostinazioni feroci e incapace di rassegnarsi. Ma soprattutto un uomo pieno d'amore. Per il suo lavoro, che non vedeva mai finito. Per la sua città, che non vedeva mai perduta. E per sua moglie Francesca che lo avrebbe seguito anche nel suo ultimo tratto di strada.

Non si rassegnava mai, Giovanni Falcone.

Anche quando seppe di avere le ore contate, anche dopo i candelotti di dinamite tra gli scogli dell’Addaura, anche quando venne il tempo dei veleni, delle delegittimazioni politiche, della solitudine. Non era cosa sua, arrendersi.

Un uomo, non bastano fiumi di inchiostro a dire cosa sia stato. Ma forse può bastare, davvero, un'idea, se quell’idea trova altre gambe su cui camminare. Come sognava Giovanni.

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