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ODG: Riccardo Arena rassicura i pubblicisti

Il neo-eletto presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia Riccardo Arena invita ad usare cautela nel trarre conclusioni in materia di Ordini e professioni

  • 5 gennaio 2012

Equilibrio, massima trasparenza e rispetto delle regole. Questi i tre concetti chiave espressi nella nota congiunta del nuovo vertice dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, il cui nuovo presidente, da venerdì 30 dicembre, è Riccardo Arena e il cui nuovo segretario è Concetto Mannisi. Arena, quarantanovenne palermitano, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia e collaboratore della Stampa, del Foglio e di Panorama, e Mannisi, cronista di nera della Sicilia e corrispondente del Corriere dello Sport, subentrano rispettivamente a Vittorio Corradino e a Filippo Mulè, che si sono dimessi dagli incarichi i giorni scorsi.

Il Consiglio è stato veloce ad approvare il nuovo vertice: «L'Ordine è un punto di riferimento per moltissimi. C'è un gran parlare della sua abolizione, alcuni pensano che sia un covo di cariatidi, ma in verità i giornalisti sentono forte il legame con esso». Di certo è innegabile che negli ultimi giorni del 2011, tra le dimissioni di Vittorio Corradino, e il vociferare di allarmismi vari ed eventuali, ci si è sentiti un po' scoperti. «Molti confidano in noi. Questa consapevolezza mi spinge a valutare indispensabile il parlare ai giornalisti con chiarezza e con la stessa immediatezza dare delle risposte».

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«In questi giorni è stato fatto "terrorismo", la nota del Presidente Nazionale dei Giornalisti Enzo Iacopino è stata chiarificatrice. Di mio, reputo l'accaduto frutto di una paradossale disinformazione, che ad opera di giornalisti è il colmo! Questa presunta abolizione dell'Ordine dei Pubblicisti è di certo da accusare alla mancanza di chiarezza del legislatore, che ha considerato gli Ordini professionali categorie senza differenziazioni, vincolandole all'esame di stato. La figura del Pubblicista è unica nel suo genere. La nostra è una professione liberale e creativa, che include quasi in automatico la conciliazione con canali alternativi rispetto al principale, quello da Professionista, nell'esercizio della professione. Non si potrà non tenerne conto».

Usiamo cautela dunque, nel trarre conclusioni. «Fin quando non c'è un regolamento ufficiale non ci potrà essere sottratto il potere disciplinare. Ad ogni modo passeranno almeno due o tre anni prima che le cose cambino, se cambieranno. I pubblicisti sopravviveranno».

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