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Piano per il Sud: nuova ferrovia Palermo-Catania

Quattro miliardi per rifare la linea ferrata e abbassare i tempi di percorrenza. Malaponti: la Palermo-Catania non è e non deve essere una priorità

  • 22 agosto 2011

Il Cipe ha dato il via al "Piano per il Sud" e a darne notizia è il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Fra le varie opere inserite in programma c'è la creazione della nuova ferrovia Palermo-Catania, più moderna, efficiente e più corta di ben 47 chilometri.

Attualmente, i due comuni più grandi dell'isola siciliana, Palermo e Catania, sono collegati da una linea ferrata di 241 chilometri, cinque in meno rispetto alla tratta fra Milano e Bologna. Eppure nell'isola ci vogliono circa due ore in più per giungere da una meta all'altra (dalle quattro alle sei ore per Palermo-Catania, contro le circa due ore per arrivare dalla Madonnina alla Torre degli Asinelli). La differenza sostanziale risiede nell'età delle infrastrutture: al nord i treni viaggiano su linee moderne, al sud parliamo ancora delle linee costruite all'epoca dell'Unità d'Italia. Basti pensare che l'inaugurazione del primo tratto della linea ferrata, quello che collega Palermo a Bagheria, risale all'aprile del 1863. Il progetto della nuova linea che collegherà la Sicilia occidentale a quella orientale avrà un'estensione di 194 chilometri, 47 in meno rispetto all'attuale.

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Sarà comunque utilizzato un tratto comune della ferrovia Palermo-Messina, ossia fino a poco prima della stazione di Castelbuono. Da questo punto, e fino a Catenanuova, il percorso sarà costruito ex novo, con 15 gallerie di cui 9 a doppio binario e 6 a doppia canna. La sezione successiva sarà costituita dal tratto che collegherà Catenanuova alla Stazione di Catania Bicocca, spostata leggermente a sud-ovest dare spazio al prolungamento della pista dell'Aeroporto di Fontanarossa. Il costo della prima fase, la velocizzazione della Catenanuova-Bicocca, funzionale al resto dei lavori, si aggira intorno ai 400 milioni di euro, con tempi di realizzazione stimati attorno ai 7 anni. Il costo complessivo dell'infrastruttura sarà pari a 4 miliardi di euro.

Ma non tutti sono d'accordo. «La Palermo-Catania non è e non deve essere una priorità - dichiara il presidente del Comitato dei pendolari siciliani, Giosuè Malaponti e continua - Inammissibile pensare alla realizzazione del nuovo tracciato ferroviario Palermo-Catania, quando da anni si aspetta il completamento delle due dorsali più importanti della Sicilia, la Ionica (Messina-Catania-Siracusa, realizzato tra il 1867 e il 1871) e la Tirrenica (Messina-Palermo inaugurata nel 1895)». Opere mastodontiche sbandierate dai governi regionali e nazionali, pari, non per importo, al ponte sullo stretto. «Non può, la Politica siciliana pensare di realizzare un’altra cattedrale nel deserto, quando invece non ha mosso un dito dal 2005 ad oggi per il completamento del raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri, per altro, già finanziato con 1.970 milioni di euro dal 2005 (delibera Cipe n. 62) e mai realizzato. Necessario è chiedere al Governo nazionale i fondi per il completamento delle due dorsali e nel contempo pensare alla velocizzazione della Palermo-Catania con gli ormai famigerati 20-30 milioni sbandierati dalla politica dal 2009 ad oggi, per accorciare i tempi di percorrenza tra i due capoluoghi fin sotto le due ore e quaranta».

Soddisfatto invece il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo: «Finalmente possiamo sbloccare i 686 milioni di euro che ci servono per pagare i mutui sottoscritti nel conto Par-Fas, prestiti richiesti per ripianare a loro volta debiti contratti dalle precedenti gestioni, e rispettare così il piano di rientro. Con la riqualificazione della tratta ferroviaria Palermo-Catania auspichiamo di abbassare i tempi di percorrenza fra le due città da 4 ore e 30 minuti a 2 ore e 11 minuti. Importante è stato anche lo stanziamento per l'autostrada Catania-Ragusa, che finalmente potrà vedere la luce. Ci saranno inoltre tutta una serie di piccole infrastrutture che permetteranno alla Sicilia di velocizzare i propri trasporti interni».

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