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Siae: Michele Guardì è il "Paperone" dei diritti d'autore

Michele Guardì, regista e autore tv, batte tutti e si porta a casa circa 2 milioni di euro l'anno di diritti d'autore, superando cantanti come Vasco e Ligabue

  • 25 febbraio 2013

Il regista Michele Guardì

SIAE, quattro lettere e un logo che tutti conosciamo. Un acronimo che sta per "Società Italiana degli Autori e degli Editori", un ente nato allo scopo di gestire l'intermediazione dei diritti d'autore. In parole povere, un tramite tra il pubblico e i detendori dei suddetti diritti, che si occupa di licenze e autorizzazioni, percependo i proventi da esse derivanti e ripartendoli tra coloro che cui spettano.

Proprio gli aspetti economici di questa attività sono quelli più "pesanti" e sempre in grado di accendere i dibattiti: recentissimo un articolo pubblicato dal Corriere della Sera, con annessa classifica dei "Paperon de Paperoni" dei diritti d'autore, che vede al primo posto il siciliano Michele Guardì, regista e autore televisivo. Famoso al grande pubblico come Comitato invisibile (ma parlante) de "I fatti vostri", ideatore del tormentone del "vaso cinese", ha riservato in questo caso per sé un vero e proprio "Superpremio". E non solo quello.

Circa due milioni di euro la cifra che Guardì si porta a casa ogni anno, superiore a quella percepita da cantanti come Ligabue e Vasco Rossi, che rientrano sempre nella top 5, ma incassano "soltanto" 1,6 milioni di euro all'incirca. La questione relativa ai proventi dei diritti d'autore è decisamente spinosa per ragioni molto semplici: un totale di 41 milioni di euro all'anno, spartiti tra 146 autori. E gli altri? Gli altri sono 42.000 autori italiani che appartengono alla cosiddetta "fascia A" e nella maggior parte dei casi non percepiscono nulla.

Tra gli altri nomi d'oro della SIAE, Zucchero Fornaciari, con un incasso di 1,1 milioni di euro, seguito, tra gli altri, da Jovanotti, Biagio Antonacci, Francesco De Gregori, Claudio Baglioni, Antonello Venditti e Gino Paoli. Con Paoli siamo "scesi" ad una quota di circa 450 mila euro annui. Importante sottolineare che le cifre sono relative soltanto al "dividendo" Siae, che non include i proventi della vendita di nuovi album.

Una volta archiviati e più o meno dimenticati i dati economici del 2012, altre questioni continueranno a far parlare di Siae: imminente l'approvazione del nuovo Statuto, che attribuisce un maggiore numero di voti in assemblea agli associati che raccolgono più soldi con il diritto d'autore; in parole povere: più sei ricco, più pesa il tuo parere. In tutto questo scenario fatto di grandissime cifre e "giochi di potere" i comuni mortali non hanno di che preoccuparsi: canticchiare il proprio motivetto preferito rimane ancora, grazie al cielo, un passatempo del tutto gratuito.

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