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Sorgente del Gabriele: il tesoro nascosto della città araba

Con "Palermo apre le porte", i cittadini hanno scoperto la Sorgente del Gabriele, sito storico di origine araba messo a disposizione dall'Amap in via Riserva Reale

  • 11 maggio 2016

Sorgenti del Gabriele, uno dei luoghi da visitare con "Le Vie dei Tesori"

Un luogo di una bellezza sconfinata di cui non tutti i palermitani sono a conoscenza: è la Sorgente del Gabriele, visitabile in pochissime occasioni. I più fortunati hanno potuto ammirarle durante la nuova edizione di "Palermo apre le porte".

Il corso delle acque derivate dalla Sorgente del Gabriele ha incanto per secoli, tanto da essere raffigurato in un quadro ad olio del 1722, oggi conservato nei locali dell'Archivio del Comune di Palermo. Il dipinto è accompagnato da altri tre di analoghe proporzioni, in cui sono rappresentati gli altri corsi d'acqua di Palermo: Garraffo e Garraffello, Uscibene e Papireto.

Ma qual è la storia di questo prezioso tesoro? Alcuni cenni risalgono ai primi anni del Settecento e sono contenuti nei quaderni del Barone di Villabianca, nei quali si indica la derivazione del nome dalla parola araba "Al Garbal", in italiano "grotta irrigante", ed è utilizzato per nominare le quattro sorgenti naturali, a cui si arriva da via Villa Nave o da via Riserva Reale.

La stessa denominazione araba dà idea di come la sorgente fosse conosciuta già nel X secolo: tramite il suo sistema a castelletti, l'acqua del Gabriele si faceva strada e raggiungeva le diverse zone della città antica.

Oltre che per usi domestici, l'acqua era impiegata dalla popolazione per alimentare il lavoro dei mulini: le fonti storiche siciliane ne fanno spesso menzione, in particolare con riferimento alla loro utilità per alimentare i bacini artificiali dei complessi della Zisa e della Cuba.

Palermo regala un altro dei suoi tesori sotterranei di origine araba, un dedalo di canali e condotti che sfruttava ogni singola goccia di quell'oro trasparente fonte di vita e di prosperità.

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