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Teatro Garibaldi: le novità in arrivo, parla il Collettivo

Tra le polemiche sulla gestione dello spazio e la proposta di un bando pubblico di assegnazione, l'assessore Francesco Giambrone annuncia "importanti novità"

  • 11 febbraio 2013

«Ci sono importanti novità in arrivo sul Teatro Garibaldi». Affermazione, questa dell'assessore comunale per i beni e le attività culturali, Francesco Giambrone, che non aiuta a prevedere quali siano i risvolti della vicenda che vede protagonista il teatro di piazza Magione, occupato da quasi un anno.

Già un mese fa, lo stesso assessore della giunta Orlando, dichiarò a Repubblica "Ci riprenderemo il teatro", rivendicazione però preceduta, in altri contesti, da svariati momenti di plauso per la vasta programmazione portata avanti dal gruppo di occupanti.

«Ci chiediamo che progetti abbiano per noi» - dice Giorgio Martinico del collettivo di occupanti, una quarantina tra studenti e professionisti del mondo artistico, che aspettano di conoscere la decisione risolutoria dell’amministrazione, sperando che venga riconosciuto l’operato svolto in tanti mesi di attività, tra concerti, spettacoli e laboratori teatrali, attività che hanno riportato in vita un luogo prima caduto nell’oblio, radunando nomi di spessore provenienti da tutta Italia.

Certo, il tentativo di fare chiarezza non ha mai previsto tentativi di contrattazione privata tra il Garibaldi e la Giunta Orlando, ma sempre e soltanto appelli pubblici lanciati ai politici di riferimento del panorama culturale palermitano: «L’identità “aperta” del Teatro - specifica in tal senso Martinico - comprende anche la decisione di evitare di raggiungere compromessi in privato, rendendo invece sempre pubbliche a tutta la cittadinanza le nostre richieste e le intenzioni».

Ad oggi l’unica proposta lanciata, non senza polemiche, dall’Assessore alla cultura, sta nell’ipotesi di un bando di concorso pubblico per affidare la gestione di tutti gli spazi aperti di proprietà del Comune, dai Cantieri culturali alla Zisa al Teatro Nuovo Montevergini e l'Ex Deposito Locomotive Sant'Erasmo. Teatro Garibaldi compreso.

In una delle città meno meritocratiche d’Italia, si ragiona dunque se sia giusto istituire un bando di gara che miri a garantire la correttezza nell’assegnazione della gestione, oppure no. Idea certamente pregna di insindacabile trasparenza. Eppure la proposta non sembra ricevere consenso all’unanimità. Ennesima contraddizione a cui la ridente Palermo ci ha abituato.

Questo il punto di vista del Teatro Garibaldi Aperto: «In una ipotetica assegnazione per bando, i grandi nomi, che di certo godono della stima collettiva, finirebbero per oscurare con il loro indiscusso spessore le nuove progettualità che si fanno spazio in città. Nuovi nomi che, se pure non avranno l’esperienza dei grandi, godono del successo enorme testimoniato dalla capacità di portare sul palco, in un solo anno, 200 spettacoli, 60 laboratori e tantissime altre attività. Non si può indistintamente mettere a bando le attività di tutti gli spazi liberi della città di proprietà comunale - continua il collettivo - senza tenere conto di chi si è impegnato negli ultimi anni per rilanciare, sotto nuove formule, i programmi culturali della città».

L'intenzione era quella di evitare le solite cordate di grandi nomi, famossissimi ma stantii, nel tentativo di sperimentare l’ingresso di nuovi volti e nuovi progetti. «Si rischia di mischiare in un grande calderone indistintamente le esperienze di tutti. In questo modo non c’è nessuna garanzia per la continuazione delle nostre progettualità per cui ci siamo tanto impegnati a titolo assolutamente gratuito, sovvenzionati esclusivamente dalle entrate dei biglietti, mettendoci pure di tasca nei casi in cui le serate non andavano bene e non riuscivano a coprire quantomeno le spese di spostamento delle band».

Dubbiosi sulle modalità di affidamento degli spazi sono nomi nuovi e altri già noti, da Davide Enia a Roberta Torre ed Alfio Scuderi. Tutti ostili all’idea dei bando pubblico per gli spazi, convinti che si tratti di un’apparente tentativo meritocratico: «Non è quello che ci si aspetta da una giunta cosi illuminata, che dovrebbe valorizzare quello che di buono esiste già e non rimettere tutto in discussione azzerando tutti gli sforzi fatti», è la convinzione comune degli oppositori al bando.

Un teatro che fin dalla sua nascita ha la pretesa di essere “aperto” e quindi incline al confronto pubblico, alle risposte aperte concesse alla collettività. Proprio dalla dichiarazione di “apertura” sono nate però le prime polemiche attorno alla gestione del Teatro. L’accusa è che si sia creato un circuito in realtà “chiuso”, non affine all’idea di totale apertura. Qualcuno è rimasto fuori, altri hanno chiesto la “residenza” all’interno degli spazi, ad altri è stata negata la possibilità di esibirsi sul palco del teatro di piazza magione.

«È solo una questione di tempo e di spazio – replica Giorgio Martinico – Siamo i primi a desiderare la libera partecipazione di tutti ma le richieste sono talmente tante che molto spesso siamo costretti a dire di no. Dopotutto non godiamo di spazi immensi e perfino il cartellone degli eventi è già pieno fino all’estate. Se avessimo la garanzia di poter continuare il nostro progetto di sicuro il tempo potremmo permetterci di includere tutti. In città si ha comunque la sensazione che almeno ci stiamo provando».

Cosa chiedere all’Amministrazione dunque? «Per prima cosa la garanzia di poter continuare e se sono previsti dei progetti su noi». Verrebbe da chiedersi se si siano disposti a continuare anche all’infuori del Teatro Garibaldi, in un qualsiasi altro spazio e la risposta che prende campo contempla anche la possibilità di mettere a frutto il proprio impegno altrove «Ma, ovviamente, alla sola condizione che il teatro occupato, e ridestato dal torpore, non torni a chiudere i battenti in un bolla di polvere e silenzio.

Intanto si prova a guardare oltre continuando a programmare. In cantiere c’è il progetto “citta”, un appello rivolto a tutti i giovani dai 16 ai 25 anni per la formazione di una compagnia di soli ragazzi. E poi la sinergia con le etichette musicali indipendenti e tantissimi altri laboratori.«Nessuno ha mai garantito un’esperienza come la nostra».

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