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Ulisse e Bellolampo, i giorni di fuoco a Palermo

Discarica, fiamme spente...anzi no: nube e timori non evaporano. E intanto, in piena stagione turistica, si annunciano giorni "caldi" per la raccolta rifiuti

  • 31 luglio 2012

A guardarla da lontano, per un momento, riesce quasi a ingannare. E a sembrare una nuvola passeggera come tante. Bianca. Evanescente. E soprattutto innocua. Ecco quel che resta delle fiamme divampate per oltre 24 ore nella discarica di Bellolampo, e che per ben due giorni hanno dato filo da torcere a vigili del fuoco, protezione civile, corpo forestale e operatori Amia. Quel che resta? Sicuri? No, nessuna sicurezza per la verità.

Perchè su questo incendio infinito gli annunci continuano a smentirsi uno dietro l'altro. Come quello di ieri sera, secondo cui il rogo era stato definitivamente domato. E invece no, perchè nella notte Bellolampo ha ripreso a bruciare. Tutto sotto controllo, ribadisce la Forestale. Ma intanto riecco il canadair. Insomma, se non evapora la nube di Bellolampo non lo fanno nemmeno i timori per il rischio di inquinamento da diossina. Con buona pace per le rassicurazioni che continuano, malgrado tutto, ad accavallarsi.

Molto rumore per nulla? Non esattamente. Non solo perchè la discarica continua a bruciare (e già qui qualche domanda da porsi ci sarebbe). Ma anche perchè, comunque vada, la due giorni - e più - di fuoco a Bellolampo non sarà senza conseguenze. La prima, piuttosto ovvia: la discarica resterà chiusa almeno dieci giorni, dal momento che bisognerà ripristinare la vasca interessata dall'incendio e renderla nuovamente operativa. La seconda: i rifiuti raccolti di qui in avanti a Palermo avranno un'altra destinazione. La terza: gli autocompattatori che in questi due giorni non hanno potuto conferire a Bellolampo sono rimasti fermi, pieni dei rifiuti già caricati. E che potranno essere smaltiti solo da ora in poi. Il che produrrà, a cascata, un inevitabile ritardo nella raccolta.

D'altra parte basta fare un rapido giro per le vie di Palermo: la conferma è tutta lì, nei cassonetti stracolmi, negli accumuli di sacchetti intorno a contenitori e campane traboccanti. E se da un lato arrivano impegni e rassicurazioni, dall'altro l'esperienza insegna che recuperare uno stop nella raccolta (anche solo di poche ore) non è operazione semplice e spesso si trascina per giorni e giorni. Tanto più se i compattatori, per depositare l'immondizia raccolta, invece che una manciata di chilometri devono percorrerne diverse decine.

Ci mancava solo questa, proprio ora che Ulisse minaccia, con le sue temperature record, di voler piantare le tende dalle nostre parti almeno fino a ferragosto. Facendo marcire più in fretta i rifiuti che si accumulano per le strade. E accelerando il passo di chi resta in città - o di chi in questa città ci viene in vacanza - e si trova a fare lo slalom tra un marciapiedi e un altro.

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