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Un tiro, un gol: così si perde il derby

Il centrocampo rosanero ha surclassato quello rivale, la difesa (fino alla sciagurata espulsione di Carrozzieri) aveva retto senza affanni

  • 19 ottobre 2008

E’ finita con i giocatori del Catania festanti ed i rosanero a leccarsi le ferite. Il derby di Sicilia (Catania-Palermo, 7° giornata di andata) ha offerto uno spettacolo mediocre ma, senza partigianeria alcuna, per demeriti del Catania che ha impostato una partita tesa a bloccare le fonti del gioco palermitano senza esprimere nessuna trama di gioco. Zenga, ex uomo-ragno, ha in mano una squadra a cui va bene tutto. Una squadra che, con un gioco attendista e basato più a rompere che a costruire, riesce ad essere in testa alla classifica con il minimo sforzo. Che dire, beati loro. Il Palermo ha pagato l’impeto di Carrozzieri che, dopo una prima ammonizione sul rossazzurro Morimoto, ha ritenuto opportuno farsi espellere facendo un fallo evitabilissimo a centrocampo allo scadere del primo tempo.

Siamo convinti che su Carrozzieri abbia pesato l’assenza del compagno di reparto Bovo, vero regista ed uomo guida del pacchetto arretrato rosa. Siamo anche convinti della bontà, in dieci uomini, dell’esclusione di Miccoli che occorre ricordare era in dubbio per problemi fisici fino alla vigilia. Ci lascia perplessi il mancato utilizzo di Raggi. L’ex empolese, acquistato per ben otto milioni di euro come terzino destro, è stato bollato dall’attuale allenatore come centrale difensivo piuttosto che laterale difensivo destro. Ma quando vengono a mancare i due centrali perché non utilizzarlo? Perché utilizzare in quella posizione Migliaccio? Nessun ridimensionamento, chiariamo subito. Il Palermo gioca ed anche a Catania lo ha fatto in un clima infuocato.

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Il centrocampo rosa ha surclassato quello rivale, la difesa (fino alla sciagurata espulsione di Carrozzieri) aveva retto senza affanni con un Amelia in versione gita turistica. E poi le differenze tra la sconfitta nel derby attuale rispetto a quello dello scorso anno sono abissali. Lo scorso anno perdemmo meritatamente contro un Catania che ci mandò in frantumi sin dal calcio d’inizio, quest’anno abbiamo perso con l’unica palla indirizzata nello specchio della porta per una distrazione collettiva. Si è detto tanto dell’assenza dei tifosi palermitani allo stadio Massimino di Catania ed anche noi ci vogliamo accodare a coloro i quali si augurano di assistere, già dal prossimo, ad un derby colorato, passionale e ricco di sfottò tra le tifoserie. Poi tutti a casa, vincitori e vinti perché il calcio, anche tra le frange estreme del tifo, deve diventare un modo sano di sfogare le proprie tensioni.

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