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Performance esclusive, eventi notturni e grandi ospiti: le "emotive" Orestiadi 2018

Prime nazionali, laboratori, incontri, performance ed eventi: la 37° edizione del Festival delle Orestiadi di Gibellina all'insegna del ricordo del terremoto del BelIce

Balarm
La redazione
  • 1 giugno 2018

Stefano Accorsi

La 37esima edizione del Festival delle Orestiadi di Gibellina all'insegna del ricordo del terremoto del BelIce, dal 7 luglio all'11 agosto è all'insegna del Terremoto del Belice cinquant'anni dopo.

Al Baglio Di Stefano e al Cretto di Burri di Gibellina il Festival si snoda tra tre eventi prodotti in esclusiva, tre prime nazionali, un laboratorio di teatro sensoriale, un premio teatrale e due produzioni rivolte a giovani artisti under 35, un weekend dedicato al decennio 68/78, e ancora incontri, letture, performance.

La direzione artistica è di Alfio Scuderi e per questa speciale edizione "emotiva" le collaborazioni sono importanti, nell'idea di testimoniare il terremoto insieme a tanti artisti tra cui Alessandro Haber, Stefano Accorsi, Paolo Briguglia, Filippo Luna, Marco Baliani, Silvia Ajelli, Emilio Isgrò, Francesca Benedetti, Vincenzo Pirrotta, Claudio Gioè e Leo Gullotta.

Attraverso la memoria, la narrazione e la storia, gli artisti ci guideranno idealmente nel ricordo del cinquantesimo anniversario del terribile terremoto che distrusse la città di Gibellina.
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Si cominicia sabato 7 luglio con la "Lunga Notte del contemporaneo": un grande evento da quattro performance dal tramonto e fino a notte fonda con Alessandro Haber e Mario Bellavista, Gianni Gebbia e Giovanni Scarcella, Igor Scalisi Palminteri e Angelo Sicurella e la Compagnia Franco Scaldati.

Domenica 8 luglio entriamo nel vivo di uno dei temi principali del nostro Festival, “#ClassicoContemporaneo”, grazie ad un adattamento originale dell’Orlando Furioso con Stefano Accorsi, sotto la Montagna di sale di Paladino.

Dal 9 al 13 luglio un evento di teatro sensoriale, un laboratorio creativo con performance finale a cura dei fondatori del Teatro de Los Sentidos di Barcellona, costruito nel Giardino degli odori del Baglio di Stefano.

Il primo testo rappresentato alle Orestiadi, "La Gibella del martirio", sarà letta il 15 luglio dal suo autore Emilio Isgrò e da Francesca Benedetti, protagonista della prima messa in scena, con le musiche originali di Vincenzo Pennisi.

Il 19 luglio le Orestiadi invece ricordano Paolo Borsellino attraverso due progetti di teatro civile: "Parole d’onore" e "Mala’ndrine".

Un omaggio a Ignazio Buttitta il 21 luglio, "Pomice di Fuoco", di Vincenzo Pirrotta, e un omaggio a Franco Scaldati, "Notturno Macbeth", nell’adattamento originale di Umberto Cantone, il 10 agosto, due prime nazionali, produzioni del Festival.

Dal 27 al 29 luglio a Gibellina parliamo di terrorismo, di Sessantotto, di utopia, di storia, raccontando quegli anni difficili, travagliati e intensi, attraverso tre spettacoli e un incontro: "Le stanze di Ulrike", prima nazionale con la regia di Rosario Tedesco, che racconta Ulrike Meinhof, "Corpo di Stato", narrazione sul caso Moro di Marco Baliani e "La fantasia al potere", performance musicale.

Uno spazio dedicato ai giovani artisti siciliani under 35 è il premio teatrale #CittàLaboratorio, per presentare a Gibellina in anteprima il 3 e 4 agosto due progetti della compagnia Quatriatri e di Gabriele Cicirello.

Le Orestiadi quest’anno immaginano le loro creazioni inedite nei diversi spazi del Festival a cominciare dal Baglio di Stefano, nella Terrazza al tramonto, dentro il Giardino degli odori, sotto la Montagna di sale e nell’Atrio del Museo.

Ma è coinvolto anche il Cretto di Burri, che sarà utilizzato come palcoscenico itinerante per un grande progetto di narrazione realizzato al tramonto, l’11 agosto, "La città invisibile", chiusura del Festival per ricordare il terremoto, le sue vittime, la città di Gibellina vecchia.

Il programma delle Orestiadi si completa con le iniziative artistiche a cura del Museo delle Trame Mediterranee, visitabili durante il Festival: "Trasversalità dello spazio", fino al 13 luglio, in collaborazione con l’Università dei Paesi Baschi e "Growing a Language", fino al 2 settembre, una proposta transdisciplinare di Collective Intelligence.
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