LIFESTYLE
Se ti dicono "stay tuned" tu "arripigghiati": come sopravvivere (in Sicilia) ai giovani
BAE, chillare, snitch sono alcuni tra gli slang più diffusi tra i ragazzi di oggi. Anche voi non ci capite niente? Ecco allora un manuale di istruzioni in siciliano
Nel mio caso non serve attendere fino ai 90 anni poiché, stante le esperienze e responsabilizzazioni tipiche della vita, fin dai tempi di mastro Enzo l’adolescente che alberga dentro di me una volta innescato non è più andato via.
D’altronde anche la mia dolce metà usa dirmi, a volte, che il suo lavoro non si esaurisce al termine dell’orario scolastico ma prosegue anche a casa, oltre che per compiti da correggere, collegi dei docenti, programmazioni e via dicendo, anche pi commattere cu mia.
Ecco perché alla fine ha smesso di stupirsi delle mie freddure da sedicenne e del fatto che facilmente mi lascio coinvolgere da nipoti o figli di amici nel giocare liberamente insieme a loro.
Il sospetto che uno spettro sumero che albergava in frigo si fosse impossessato di lui, dopo avergli chiesto di andare a prendere allo “zio” una bella birra atturrunata, dev’essere affiorato nel mio viso, dato che poco dopo Andreuccio bello mi ha rivolto con aria interrogativa un «Zio stay tuned?».
A quel punto, stendendo un muro pietoso di cemento armato sulla mia ignoranza, ho battuto in ritirata e cercando di non mittirici un carrico di unnici al tronzo di malafiura che stavo facendo, per preservare il mio status di “zio figo”, ho detto: «Tutto ok, mi va spizzulio qualcosa».
Niè picciotti, il sospetto di essere troppo boomer mi ha investito come un timpulata, per cui ho cercato di documentarmi sull’argomento.
Chillare, che io inizialmente avevo associato a qualcosa di freddo, ho scoperto essere usato sia per per indicare che si ha voglia di riposarsi, rilassarsi, sia per dire a qualcuno di rilassarsi e stare calmo.
In effetti ci potrebbe anche stare, dato che chill in lingua inglese indica semplicemente qualcosa di molto freddo e viene usato dal popolo di sua maestà come slang per indicare una sensazione di relax. Alla fine dire a qualcuno di voler essere freddi o stare freddi potrebbe avere un legame, anche se io trovo molto più gratificamente un bel «picciotti paccamora proprio mi siddia ra bella» o un bel «niè a lagnusia mi mancia l’uossa» o un «cucì mettiti un core a moddo» o, nei casi più estremi «calati i coinna!».
Per completezza pare che esiste anche un «stai chillo», usato più frequentemente per appianare uno scontro, del genere «amunì un ci fu niente, pigghiamune u cafè!»
Molta attenzione bisogna dare a non confondere il chill con stay tuned, tradotto letteralmente come “resta sintonizzato”: può essere associato ad una affermazione, come ad esempio un “ohu arripigghiati!”, “sta accura”, “viri chi c’è duoco!” (stay tuned!) o ad una interrogazione, “cucì che ci fu?”(stay tuned?).
Quando mi vedo con un mio caro amico a cui sono particolarmente legato siamo soliti utilizzare “cumpà” ad ogni inizio frase, a volte seguito da un “si u megghiu” o “facisti na cosa i lusso!”. Vero che oggi come oggi forse si è perso il valore del “cumpà”, ma forse perché i giovinetti ormai per esprimere tale concetto usano BAE che sarebbe l’acronimo di “before anyone else” (prima di tutto).
Ma la vita ci insegna che la celebrità è breve come la pipì di una farfalla e passare da BAE a snitch è un attimo.
Mettiamo caso che mentre parli con i genitori del bro ti sfugga che lo hai visto sfumacchiare una sigaretta con pochissimo tabacco, si può essere tacciati di essere snitch ed avere snitchato.
Questa, m’aviti a cririri come un frate, ho faticato per capirla, nzuccu è sto snitch? Il nome di un gatto? Il suono onomatopeico di un fumetto? E snitchare? Ma che schifiu vuonno rire?
Pensa che ti ripensa mi è venuto in mente che snitch in inglese vuol dire infiltrato o informatore, per cui, dopo aver chiesto conferma, ho scoperto che snitch è semplicemente «quando uno fa a muffietta», che a sua volta deriva dallo svevo muft, ovvero muffa, o ancora peggio u cascittune, che deriva dalla cascitta, un contenitore in cui anticamente si raccoglievano gli escrementi a scopo concimazione ed in cui si immergeva la faccia del presunto spione.
Se uno è snitch ha l’abitudine anche di snitchare, ovvero parlare senza vastunati.
Se avete fatto lo snitch, dovete anche aspettarvi di "essere dissati", perché amunì, in fondo ve lo meritate.
Il dissing, che deriva da dissing, offendere, è proprio l’arte di saper insultare qualcuno in modo creativo. Inizialmente facente parte solo della terminologia della musica RAP, poi si è diffuso anche nello slang parlato, ma diciamocela tutta, qui in Sicilia, modestamente siamo dei professori del dissing.
-Si nuddu miscato cu nienti!
-U fango in confronto a tia è acqua distillata
-Si un catu i lippo!
-Un ti sputo ca senno ti disinfiettu!
-Hai chiù coinna di una panaro i babbaluci!
Questo un breve ed essenziale campionario giusto per ricordarsi che non siamo secondi a nessuno.
Volgiamo al termine di questo breve “compendio” con l’ unico termine del quale sapevo già il signifcato. NPC (non player character) deriva dal mondo dei giochi di ruolo (noi dicevamo anche PNG, personaggio non giocante), e indica qualcuno senza carattere, inutile o per meglio dire na cataprasima o un pinna locca!
Concludo che, durante le mie ricerche, ho scoperto che non sono un boomer, come immaginavo, e neppure un babyboomer ma, udite udite, appartengo alla generazione X - che già sa di molto più giovane - senza contare che, in ogni caso, “questo” boomer, baby boomer o genX, come dir si voglia, era quello che i monopattini se li costruiva da solo e li muoveva a forza di gambe, invece di affittarli con motorino elettrico incluso!
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