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Sei a Palermo ma ti senti a Roma: qui c'è l'edificio "gemello" di Palazzo Montecitorio

Un antico "centro d'affari" dove i padri Mercedari avevano costruito un convento, proprio vicino al vicolo dei Cartari. Qui in seguito è stato costruito il nuovo edificio

Antonino Prestigiacomo
Appassionato di storia, arte e folklore di Palermo
  • 6 ottobre 2022

Cos'hanno in comune piazza Cassa di Risparmio a Palermo e piazza del Parlamento a Roma? Storicamente nulla, tranne un particolare. Ma ve lo dirò dopo.

La storia comincia da lontano. Piazza Cassa di Risparmio è detta anche piazza Borsa (e così la identificano i palermitani). Si trova presso l'antico mercato dei Lattarini, dall'arabo "El Attarin", forse col significato di "droghieri" come dice Michele Amari, o forse di tutt'altro significato.

Era chiamata borsa per via della presenza nel vicino vicolo della Madonna del Cassaro di una "piccola Borsa", cioè un luogo in cui si «radunavano i negozianti, i sensali ed i padroni e i capitani di bastimenti esteri e nazionali per coloro che volessero noleggiarli, trovarli subito, restando appesi gli annunzi del destino dei legni da partire nei burò dei noleggi».

In sostanza, come dice Carmelo Piola, il vicolo della Madonna del Cassaro era divenuto “un centro d'affari”, ma non una "borsa" come quella di New York, Londra o Milano.
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In origine, prima che si creasse lo slargo, vi erano una serie di vicoli labirintici. In seguito ad alcune demolizioni iniziate già a partire dal 1860 si creò la piazza. Attualmente l'edificio più prestigioso è il Grand Hotel Piazza Borsa che sorge dove un tempo vi era la chiesa e il convento della Mercede ai Cartari.

Infatti, uno degli accessi alla piazza è il vicolo dei Cartari, chiamato così perché vi era la presenza di fabbricanti di carte da gioco.

In questo vicolo è ancora esistente un portale tardo barocco rimaneggiato, fiancheggiato da due colonne dai capitelli ionici e sormontato da uno stemma raffigurante «un pellicano che nutre il suo pulcino, simbolo del sacrificio di Cristo per la redenzione degli uomini, che, in questo caso, potrebbe anche alludere al martirio di quei P.P. Mercedari che offrirono la loro vita per riscattare i cristiani dalla prigionia dei musulmani».

Oggi il portale è l'elegante ingresso del Grand Hotel Piazza Borsa. Secondo quanto sappiamo dal Mongitore i padri Mercedari “Scalzi” arrivarono a Palermo nel XV secolo e si allocarono nella chiesa di Sant'Anna nel quartiere del Capo accolti dai confrati di questa santa.

Ma a causa di liti ed incomprensioni con questi ultimi abbandonarono il sito e costruirono la chiesa e il convento di Santa Maria del popolo al Molo Nuovo. Essendo, però, notevolmente distanti dal centro cittadino, ove chiedevano le elemosine con le quali vivevano, i padri Mercedari decisero di costruire un'altra chiesa entro le mura della città.

Acquistarono perciò alcuni immobili nelle contrada dei Lattarini e dei Cartari, ma non appena si sparse la voce che intendessero costruire una nuova chiesa con annesso convento, i padri francescani della vicina chiesa di S. Francesco si opposero.

Tuttavia nel 1635 nacquero sia la chiesa che il convento dell'Immacolata Concezione della Vergine dei padri Scalzi della Mercè, grazie alla "pietà" di Aloisio Moncada duca di Montalto. In onore ad egli fu battuta una moneta con nel dritto l'immagine del duca e nel rovescio il prospetto della chiesa suddetta.

A causa della legge n. 3036 del 7 luglio 1866 si decretò la soppressione delle corporazioni monastiche, pertanto chiesa e convento divennero proprietà del demanio dello Stato.

«Nel 1886 il Consiglio della camera di commercio di Palermo decideva l'acquisto dell'ex convento della Mercede ai Cartari “per allocarvi gli uffici camerali ed altri servizi” e qui vi rimaneva per circa un cinquantennio, occupando parte dei locali dell'edificio dove, quasi contemporaneamente, si era anche trasferita la Cassa di Risparmio V. E. [...]

Nel 1909 l'architetto Ernesto Basile progettava il nuovo edificio da adibire a sede della Cassa di Risparmio, facendolo ricadere sull'area di risulta della chiesa dei Mercedari, in modo che la nuova costruzione costituisse un unico complesso con l'attiguo ex convento...»

Ernesto Basile aveva progettato nel 1906 l'ampliamento del Palazzo di Montecitorio e la costruzione della nuova aula per la Camera dei Deputati. Se confrontaste i disegni preparatori dei due edifici, cioè il prospetto della Cassa di Risparmio di Palermo e quello di Palazzo Montecitorio, vi rendereste conto immediatamente che l'uno è derivato dall'altro.

Sicché se un giorno doveste trovarvi in piazza del Parlamento a Roma, sappiate, guardando palazzo Montecitorio, che vi è rappresentata una parte di Palermo. Ciò dicasi anche quando vi trovate a piazza Borsa (ops, volevo dire piazza Cassa di risparmio), nella quale infatti, forse non a caso, quando vi si cammina non si percepisce di essere a Palermo.

Di sicuro da oggi, quando guarderete il Grand Hotel Piazza Borsa, vi sembrerà di guardare Palazzo Montecitorio e magari, solo per un attimo, sognerete di essere a Roma.

(Per approfondimenti confronta R. La Duca La città perduta Vol. II pag. 160; Giovanni Cardamone Il convento dei Padri Mercedari Scalzi nella contrada dei Lattarini a Palermo; Antonino Mongitore Storia delle chiese di Palermo Vol. II; Ernesto Basile architetto. Corderia dell'arsenale. La Biennale di Venezia 1980)
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