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Un giardino arabo nel cuore di Siracusa: tra alberi secolari e il "cimitero degli acattolici"

Un parco, per anni poco fruibile, dichiarato di interesse pubblico. I proprietari, ispirandosi al gusto romantico del tempo fecero piantare tante specie diverse

Federica Puglisi
Giornalista
  • 14 gennaio 2023

Villa e parco Landolina a Siracusa

Un giardino dichiarato di interesse storico, un polmone verde dentro la città, ricco di una vegetazione così varia da ricordare gli antichi giardini arabi. Siamo a Siracusa.

Se diciamo Museo archeologico regionale Paolo Orsi tutti lo conoscono: è il luogo che raccoglie i più importanti reperti dell’età antica del territorio siracusano. Ma in pochi, forse, sanno che il museo si trova all’interno di un importante parco, appunto di interesse storico, e di una dimora storica datata fine diciannovesimo secolo, che apparteneva alla famiglia Landolina, in particolare a Saverio, archeologo, botanico di fine Settecento.

La bellezza di questo parco, che si estende per 22 mila metri quadrati, oggi purtroppo poco fruibile, sta proprio nella ricchezza delle essenze che in essa sono state un tempo piantate, grazie alla lungimiranza dei suoi proprietari e che oggi offrono una ricchezza naturalistica nel cuore cittadino.

Il parco, infatti, è stato dichiarato di interesse pubblico. I proprietari, ispirandosi al gusto romantico del tempo e ai giardini arabi che le famiglie nobiliari facevano realizzare nelle proprie ville, fecero piantare specie diverse di piante. E così che si possono trovare essenze vegetali tipiche del Mediterraneo ed altre esotiche, piante secolari, come ulivi e cipressi, essenze arboree e arbustive che evocavano il tema della morte.
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E ancora alberi di limoni, aranci, nespoli, l’acanto.

Tutto quindi si circonda di mistero, anche perché il gusto che ispirò Landolina nella realizzazione del parco, con ogni probabilità, era dettato dalla sua appartenenza alla Massoneria.

Ma oltre alla ricca vegetazione il parco presenta una fontana ornamentale, ipogei pagani e cristiani, e il caratteristico "cimitero degli acattolici", un percorso tra storia e memoria, in cui sono stati seppelliti nell’Ottocento alcuni stranieri di fede non cattolica che sono morti in città.

Tra le tombe quella del poeta tedesco August von Platen. Essendo un giardino storico, e un parco di interesse pubblico dovrebbe godere di quei benefici economici necessari per la sua sopravvivenza, attraverso interventi di manutenzione frequenti per la sua tutela. Ma da qualche tempo, purtroppo, il parco non è valorizzato né reso fruibile.

A riaccendere i riflettori sul parco, la campagna del 2017 del Fai che lo inserì tra gli itinerari da visitare nelle giornate a tutela del patrimonio promosse in primavera e di recente l’iniziativa le “Vie dei tesori”. Ma non basta.

A sollecitare interventi e restituire il parco alla fruizione delle famiglie e dei giovani è stato di recente il presidente di Progetto Famiglia Salvo Sorbello.

«Si tratta – afferma - di un parco dichiarato di interesse pubblico e che, con i suoi alberi secolari e i reperti archeologici esposti all’aperto, circonda la storica dimora del XIX secolo già proprietà della famiglia Landolina Interlandi e il museo archeologico Paolo Orsi.

Tra l’altro, sarebbe anche un modo per rendere omaggio a Saverio Landolina, che fu Regio Soprintendente alle Belle Arti, archeologo (scoprì la statua di Venere Anadiomede) e naturalista e al poeta tedesco Augusto Von Platen, del quale proprio lì si trova il sepolcro».
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