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Comune di Palermo, svolta storica: sì alle coppie di fatto

Una svolta sui diritti civili proviene dal Consiglio comunale di Palermo: viene istituito legalmente il registro delle unioni civili per le coppie di fatto

  • 10 febbraio 2013

Palermo avanguardista. Palermo arcobaleno. Se è vero che gioia è rivoluzione, come si legge durante la sfilata colorata del Pride qualche tempo fa, da oggi Palermo indossa dei panni moderni e si colloca al quarto posto in Italia, dopo Milano, Torino e Napoli, per aver istituito legalmente il registro delle unioni civili. Un passo importante per la città di Palermo che diventa pioniera dei diritti per le coppie di fatto su provvedimento, approvato su proposta dell'assessore comunale al Decentramento e partecipazione, Giusto Catania, cui seguirà una proposta di regolamento che dovrà poi approdare a Sala delle Lapidi.

«Con questa delibera - dice Catania - diamo via a un iter che consentirà a tutte le coppie che si iscriveranno il riconoscimento dei benefici amministrativi previsti per le coppie sposate, come per esempio la comune residenza». Una vera e propria svolta sui diritti civili, anche per le coppie omosessuali, che da oggi vedono maggiori tutele alle loro unioni dal punto di vista giuridico. Un traguardo che fa eco su molti fronti. Daniela Tomasino, presidente ArciGay Palermo, ad esempio, lo considera un passo avanti notevole. «Chiaramente serve una legge nazionale che rappresenti la svolta sia al livello simbolico sia a livello sostenziale. In attesa che questo accada tutti i passi che le amministrazioni locali possono fare sono ben accette. Di certo l'Amministrazione comunale di Palermo si sta rivelando incline ai diritti delle minoranze».

Certo, immaginare Palermo come avanguardista dei diritti di una fetta minoritaria della sua stessa popolazione, sorprende e fa tirare un sospiro di sollievo al tempo stesso. «Questo è l'ennesimo segnale di modernità che non finisce di stupirci - prosegue la Tomasino -. Palermo è una città europea al di là di ogni sciocco pregiudizio, lo dimostrano le 40mila persone che sfliano per i diritti civili. Una simile decisione è in grado di incidere nella vita quotidiana delle persone, ma assume anche un ancora più ampio significato nell'anno del Pride nazionale: il Pride più a Sud d'Europa mai realizzato, verso cui c'è grande attenzione e attesa».


In attesa del Pride Nazionale che rimarcherà i colori dei diritti omosessuali, in attesa che quest’embrione di modernità e cultura del presente, che riconosce e accetta i diritti delle minoranze, diventi una legge dello stato italiano, si esprime anche il Consulente delle politiche LGBT, Carlo Verri. «Stiamo aspettando, a tratti con impazienza, che il Consiglio Comunale vari il regolamento. Speriamo il prima possibile - prosegue Verri - perché si tratta di un'operazione che garantisce il pari accesso per tutti i nuclei familiari, qualunque sia la loro identità sessuale».

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