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Due candidati a confronto: intervista a Rita Borsellino

  • 22 maggio 2006

Dottoressa Borsellino, il governatore Cuffaro è un politico professionista, lei invece non ha esperienze politiche di governo. Se dovesse vincere queste elezioni, come pensa di governare una regione così difficile come la Sicilia?
«Sono perfettamente consapevole del fatto che la Sicilia sia una regione difficile da governare e non conto certamente di farlo in prima persona ma attraverso una squadra di persone che abbiano pratica di governo e soprattutto che ne abbiano la cultura, perchè la sola pratica di governo serve a ben poco e finora credo che l'abbiamo visto abbastanza bene. Partendo invece da professionalità e competenze orchestrate da una cabina di regia intelligente e seria, io credo che si possa, anzi si debba governare questa terra».

Il centrosinistra ha vinto le elezioni politiche, in Sicilia tuttavia il centrodestra ha comunque riportato un grosso successo. Lei crede che i risultati elettorali nazionali possano influenzare le prossime regionali?
«Intanto il centrosinistra ha vinto e questo sicuramente è un dato di fatto molto importante, poi ogni elezione è una storia a sé, quindi le regionali sono più che mai aperte, bisogna impegnarsi moltissimo per ottenere un risultato positivo. Il dato di fatto, ripeto, è che a Roma c'è un governo di centr sinistra che ha dato priorità alla Sicilia e al suo sviluppo per le politiche economiche di tutta l'Italia, perché se partisse la nostra economia potremmo trainare in avanti tutto il paese. Ciò appare logico se pensiamo che la Sicilia ha ancora grandi potenzialità di sviluppo, mentre altre regioni hanno raggiunto livelli di sviluppo già molto avanzati e quindi difficilmente incrementabili. I parlamentari siciliani hanno già presentato un "pacchetto Sicilia" da applicare già alla prima finanziaria. D'altra parte la nostra regione deve impegnarsi a dare il meglio di sé. Insomma, c'è da lavorare con grande entusiasmo».
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In relazione ai recenti successi dello Stato nella lotta alla mafia, considerato che Cosa Nostra trae grande profitto dalle sue infiltrazioni nei lavori pubblici, lei ha in programma qualcosa a questo proposito?
«Sicuramente questo è uno degli argomenti su cui abbiamo posto in fase di definizione del programma una notevole attenzione. Intanto bisogna far funzionare al meglio e potenziare le stazioni uniche appaltanti. Per ora passano da questi organismi solo gli appalti più grossi, quando invece il controllo dovrebbe essere più esteso, soprattutto considerando il fenomeno dei sub appalti. A parte questo credo sia necessario un riordino della legislazione in questo ambito per garantire maggiore trasparenza e minore burocratizzazione, il percorso degli appalti deve essere snello e facilmente controllabile».

Per concludere, dottoressa, ha una richiesta da fare agli intellettuali siciliani?
«Devo dire che ho già fatto una richiesta agli intellettuali non solo siciliani quando ho posto in essere la mia candidatura: ho chiesto un sostegno non solo materiale ma anche morale e culturale a questo percorso nuovo che indicavo con la mia candidatura e anche a questo nuovo modo di costruire il programma e di intendere il governo della cosa pubblica. Ho chiesto questa partecipazione anche esplicitando in pratica la mia richiesta con l'istituzione dei cantieri tematici - sparsi in tutti i comuni della regione - per la stesura del programma. La partecipazione c'è stata ed è stata forte, ho avuto il privilegio e la gioia di vedere un appello firmato da oltre cento intellettuali di tutta Italia a sostegno della mia candidatura. Questo per me è un grande conforto e anche una grande spinta a continuare su questo percorso».
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