"Apocalypse Now Final Cut": al cinema Rouge et Noir la proiezione del film restaurato in lingua originale

A distanza di quarant’anni dall’uscita di "Apocalisse Now", suo capolavoro assoluto, Francis Ford Coppola ha finalmente trovato pace. Dopo la prima versione del 1979, notevolmente amputata perché troppo lunga per le leggi del mercato di allora, e dopo il secondo montaggio, distribuito col titolo "Apocalypse Now Redux", lungo ben 202 minuti con tutte le scene in precedenza tagliate, ecco spuntare, lunedì 14 ottobre al Supercineclub del Rouge et Noir, "Apocalypse Now Final Cut", frutto delle riflessioni accurate, delle scelte mirate, scena per scena, dell’opera legata alla vita stessa del grande regista statunitense.
“Questo è, e definitivamente, il mio film”, ha detto. E la sua dichiarazione non può non avere il valore di dogma nella storia del cinema. E dire che anche nella prima versione "Apocalisse Now" si era imposto come uno dei pilastri dell’intera filmografia mondiale, una pellicola indimenticabile, complessa, affascinante, conturbante, con una magistrale regia, interpretazioni leggendarie, fotografia (Oscar a Vittorio Storaro), sceneggiatura, sonoro (altro Oscar), musiche, tutti memorabili.
Quarant’anni dopo il trionfo a Cannes con la Palma d’Oro, "Apocalypse Now", rivista dunque con amore da Coppola, torna sugli schermi grazie al prezioso lavoro di restauro della Cineteca di Bologna. Possiamo in realtà dire che si tratta di un film inedito, per la nuova tessitura narrativa, ma anche per la sfolgorante riesumazione del colore e le straordinarie opportunità sonore fornite dai mezzi digitali.
Scene già scioccanti per bellezza e intensità, come il celebre assalto degli elicotteri sulle note della Cavalcata delle Valchirie, raggiungono in questa versione restaurata picchi di spettacolo insuperabili. Opera complessa, dicevamo: ispirata al Cuore di Tenebra di Joseph Conrad (che era però ambientato in Africa ed era una dura condanna degli imperialismi), "Apocalypse" ha invece come scenario il Vietnam e gli orrori della guerra, coniugati in tutte le possibili mostruosità, dalla violenza dei combattimenti alle atrocità gratuite, all’abisso, soprattutto, dell’animo umano.
La missione non ufficiale di un capitano dei servizi segreti militari americani (Martin Sheen) che ha come obiettivo l’eliminazione del colonnello Kurtz (mitica l’interpretazione di Marlon Brando), fuoriuscito dall’esercito e guru di una comunità di reietti, è una vera e propria discesa negli inferi, non solo attraverso l’apocalisse bellica ma anche nel labile confine tra Bene e Male, giudizio e condanna. Coppola non cade nella trappola del moralismo, compone un’opera che trascende i generi e fa vibrare le corde della tragedia dell’uomo mettendo in discussione la stessa ragione dell’esistere.
Due le proiezioni, entrambe in lingua originale (per Final Cut non esiste versione doppiata): alle 17 e alle 21. Alle 20.30 la presentazione di Gian Mauro Costa e Marcello Benfante con la proiezione di un breve video di Francis Ford Coppola che spiega le ragioni di questa edizione finale del film.
“Questo è, e definitivamente, il mio film”, ha detto. E la sua dichiarazione non può non avere il valore di dogma nella storia del cinema. E dire che anche nella prima versione "Apocalisse Now" si era imposto come uno dei pilastri dell’intera filmografia mondiale, una pellicola indimenticabile, complessa, affascinante, conturbante, con una magistrale regia, interpretazioni leggendarie, fotografia (Oscar a Vittorio Storaro), sceneggiatura, sonoro (altro Oscar), musiche, tutti memorabili.
Quarant’anni dopo il trionfo a Cannes con la Palma d’Oro, "Apocalypse Now", rivista dunque con amore da Coppola, torna sugli schermi grazie al prezioso lavoro di restauro della Cineteca di Bologna. Possiamo in realtà dire che si tratta di un film inedito, per la nuova tessitura narrativa, ma anche per la sfolgorante riesumazione del colore e le straordinarie opportunità sonore fornite dai mezzi digitali.
Scene già scioccanti per bellezza e intensità, come il celebre assalto degli elicotteri sulle note della Cavalcata delle Valchirie, raggiungono in questa versione restaurata picchi di spettacolo insuperabili. Opera complessa, dicevamo: ispirata al Cuore di Tenebra di Joseph Conrad (che era però ambientato in Africa ed era una dura condanna degli imperialismi), "Apocalypse" ha invece come scenario il Vietnam e gli orrori della guerra, coniugati in tutte le possibili mostruosità, dalla violenza dei combattimenti alle atrocità gratuite, all’abisso, soprattutto, dell’animo umano.
La missione non ufficiale di un capitano dei servizi segreti militari americani (Martin Sheen) che ha come obiettivo l’eliminazione del colonnello Kurtz (mitica l’interpretazione di Marlon Brando), fuoriuscito dall’esercito e guru di una comunità di reietti, è una vera e propria discesa negli inferi, non solo attraverso l’apocalisse bellica ma anche nel labile confine tra Bene e Male, giudizio e condanna. Coppola non cade nella trappola del moralismo, compone un’opera che trascende i generi e fa vibrare le corde della tragedia dell’uomo mettendo in discussione la stessa ragione dell’esistere.
Due le proiezioni, entrambe in lingua originale (per Final Cut non esiste versione doppiata): alle 17 e alle 21. Alle 20.30 la presentazione di Gian Mauro Costa e Marcello Benfante con la proiezione di un breve video di Francis Ford Coppola che spiega le ragioni di questa edizione finale del film.
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