"Cappuccetto Rosso": la fiaba di Perrault in scena al Teatro Agricantus
Nell'ambito della rassegna dedicata ai più piccoli e alle loro famiglie a cura del teatro Agricantus, va in scena, domenica 17 marzo, lo spettacolo "Cappuccetto Rosso", con drammaturgia di Roberta Sandias e messa in scena di Maurizio Azzurro, per bambini dai 3 ai 10 anni.
"Cappuccetto Rosso" è senz’altro una delle fiabe europee più popolari, ma la più antica è senz’altro la versione del Francese Charles Perrault, nella quale il lieto fine, presente invece nella versione dei fratelli Grimm, è assente. In questa trasposizione teatrale il lieto fine è d’obbligo, ma il colore dei personaggi è in linea con la morale della fiaba di Perrault.
Cappuccetto Rosso è dispettosa e disubbidiente, ed anche un po’ pasticciona, ed il lupo è un povero predatore solitario, costretto alla caccia per la sopravvivenza. Più scuro il personaggio del cacciatore, eroe e salvatore suo malgrado, ma avvezzo a collezionare trofei con il suo schioppetto. Il pentimento della bambina al termine della vicenda, e la chiosa del povero Lupo, unica vera vittima della storia, sottolineano il carattere dei personaggi e invitano alla riflessione.
Il linguaggio in versi è gradevole e raffinato. I dialoghi divertenti e le situazioni appassionanti rendono avvincente e singolare un racconto senz’altro noto, ma rinnovato proprio dalla peculiarità dei personaggi, tra i quali spicca la nonna, vero spunto comico, ed il lupo, vecchio attore decaduto e sdentato, in grado solo di inghiottire, senza poterle masticare, le sue prede.
"Cappuccetto Rosso" è senz’altro una delle fiabe europee più popolari, ma la più antica è senz’altro la versione del Francese Charles Perrault, nella quale il lieto fine, presente invece nella versione dei fratelli Grimm, è assente. In questa trasposizione teatrale il lieto fine è d’obbligo, ma il colore dei personaggi è in linea con la morale della fiaba di Perrault.
Cappuccetto Rosso è dispettosa e disubbidiente, ed anche un po’ pasticciona, ed il lupo è un povero predatore solitario, costretto alla caccia per la sopravvivenza. Più scuro il personaggio del cacciatore, eroe e salvatore suo malgrado, ma avvezzo a collezionare trofei con il suo schioppetto. Il pentimento della bambina al termine della vicenda, e la chiosa del povero Lupo, unica vera vittima della storia, sottolineano il carattere dei personaggi e invitano alla riflessione.
Il linguaggio in versi è gradevole e raffinato. I dialoghi divertenti e le situazioni appassionanti rendono avvincente e singolare un racconto senz’altro noto, ma rinnovato proprio dalla peculiarità dei personaggi, tra i quali spicca la nonna, vero spunto comico, ed il lupo, vecchio attore decaduto e sdentato, in grado solo di inghiottire, senza poterle masticare, le sue prede.
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