È l'unico complesso termale islamico in Sicilia: le visite ai Bagni da "Mille e una Notte" a Cefalà Diana

I bagni arabi di Cefalà Diana
È il solo complesso termale di tipo islamico in Sicilia, costruito in epoca normanna sotto Guglielmo II (1166-1189) forse su preesistenti terme romane.
Parliamo dei Bagni arabi di Cefalà Diana che aprono le porte alle visite, grazie a "Le Vie dei Tesori", nei giorni di sabato 2, 16 e 23 ottobre.
Le visite ai bagni "da Mille e una Notte" - che fanno parte di una delle 9 esperienze fuori porta organizzate per l'edizione numero 15 del festival - si svolgono ogni 30 minuti e non sono accessibili ai disabili.
Dentro, sembra di sentire ancora lo scroscio dell’acqua e le voci di chi si immergeva nelle vasche. L’edificio fu realizzato a ridosso di uno sperone di roccia da cui sgorgava acqua termale calda, utilizzata nel corso dei secoli per scopi terapeutici.
Oggi si trova all’interno di un baglio del ‘500. Dell’epigrafe in arabo che corre su tre lati rimane leggibile soltanto il consueto incipit: “In nome di Dio clemente e misericordioso”. L’interno, a pianta rettangolare, è coperto da una volta a botte con fori per l’aerazione.
Tre archi a sesto acuto che poggiano su due esili colonnine di marmo dividono l’ambiente in due zone: la prima, più piccola e a una sola vasca, è a ridosso della sorgente di acqua calda, mentre la seconda, più grande, è dotata di tre vasche.
Parliamo dei Bagni arabi di Cefalà Diana che aprono le porte alle visite, grazie a "Le Vie dei Tesori", nei giorni di sabato 2, 16 e 23 ottobre.
Le visite ai bagni "da Mille e una Notte" - che fanno parte di una delle 9 esperienze fuori porta organizzate per l'edizione numero 15 del festival - si svolgono ogni 30 minuti e non sono accessibili ai disabili.
Dentro, sembra di sentire ancora lo scroscio dell’acqua e le voci di chi si immergeva nelle vasche. L’edificio fu realizzato a ridosso di uno sperone di roccia da cui sgorgava acqua termale calda, utilizzata nel corso dei secoli per scopi terapeutici.
Oggi si trova all’interno di un baglio del ‘500. Dell’epigrafe in arabo che corre su tre lati rimane leggibile soltanto il consueto incipit: “In nome di Dio clemente e misericordioso”. L’interno, a pianta rettangolare, è coperto da una volta a botte con fori per l’aerazione.
Tre archi a sesto acuto che poggiano su due esili colonnine di marmo dividono l’ambiente in due zone: la prima, più piccola e a una sola vasca, è a ridosso della sorgente di acqua calda, mentre la seconda, più grande, è dotata di tre vasche.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
COSA C'È DA FARE
-
MOSTRE
Elliott Erwitt (per la prima volta) a Palermo: 190 scatti unici a Palazzo Reale
-
FESTIVAL E RASSEGNE
L'estate 2025 a Terrasini, tutti gli eventi: cinema all'aperto, escursioni, musica e libri
-
MOSTRE
"Spazio Umano" a Palermo: visionari e visioni nella chiesa di San Mamiliano