I carri trionfali più famosi in mostra a Palermo: l'omaggio del Museo Riso alla Santuzza

I modellini dei carri esposti al Museo Riso di Palermo
Così pure, si possono ammirare la maquette in scala del Carro di quest’anno, firmato da Fabrizio Lupo e con due raffigurazioni della santa, un busto in vetroresina, pittura a olio e foglia d’argento, e una statua in PLA, pittura a olio e foglia.
I carri resteranno esposti sino al 30 luglio, in modo gratuito e aperto a tutti, cittadini e turisti. Il Museo Riso - partner del 398° Festino -, in onore della Santuzza, ha scelto una modalità veloce, facile e fruibile. Un contributo che non si ferma alle vetrine, ma prosegue lungo i balconi di Palazzo Belmonte Riso dove è esposta la Santa Rosalia realizzata da Tania Giordano in un collage di gioiose stoffe colorate, e all’ingresso del Museo dove è proiettato un video realizzato da Settimana delle Culture, a cura di Giacomo Fanale, che ripercorre la storia del Carro Trionfale, dal progetto di Paolo Amato del 1686 ai nostri giorni, una carrellata di immagini preziose montate con il coordinamento di Giorgio Filippone.
I carri in esposizione
I Carri trionfali sono stati realizzati negli anni in cui Alfio Scuderi ha firmato la direzione artistica, caratterizzata da un dialogo intenso tra devozione e di fede, tradizione e innovazione, antico e moderno. Particolarmente significativo per il Museo è il modello del 2007 per il 383° Festino, “ROSALIA, rosa lucente, lucente rosa” ideato da Jannis Kounellis, autore di una delle più significative opere della collezione permanente del RISO, “Senza titolo”, 1993 – 2008, la teoria di armadi appesi al soffitto, alcuni con gli specchi, altri con le ante aperte, che sconvolgono le leggi gravitazionali e le fughe prospettiche, rendendo l’osservatore totalmente immerso nella creazione artistica. Kounellis nel 2007 realizza un carro con la vela rilucente di cristalli Swarovski, che riprende le linee della “muciara” dei “tonnaroti” di Favignana.
Il Carro trionfale ideato da Marcello Chiarenza, nel 2008, “LA SANTUZZA, Rosalia, rosa oltre le spine” è invece una bassa imbarcazione sormontata da una montagna di innumerevoli, piccole rose rosse, simbolo di Monte Pellegrino sulla cui sommità svetta la statua della Santuzza.
Il carro disegnato da Gaetano Zingales nel 2009, “ROSALIA, rosa tra le rose, donna tra le donne”, è invece dedicato al Mediterraneo e ai migranti che non riescono a raggiungere la riva, è animato da sensibili vibrazioni luministiche degli elementi dell’imbarcazione-relitto.
Il carro "Canto contro la Peste" di Fabrizio Lupo simboleggia la rinascita dopo i due anni di pandemia. Il modello riparte dalla versione realizzata nel 2019 all’interno del carcere Ucciardone: stessa struttura costruttiva, stessi quadri narrativi e statua della Santa. La nuova veste che gli viene data attinge al passato, rinasce a partire dal ricco patrimonio iconografico della cultura arabo e normanna, che più identifica la città. E così si arricchisce di pavoni, di ghepardi, di palme e di gigli mosaicati che trasfigurano le sue pareti, conferendogli un aspetto luminoso e dorato.
Un ritorno “trionfale” festeggiato in musica, con le partiture musicali che accompagnano la processione e che, emblematicamente, sono rappresentate dalla canzone salvifica “Pellegrina Sugnu” dipinta sulle fiancate, con le note scritte da Maurizio Maiorana su libretto redatto da Fabrizio Lupo.
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