Il giullare come metafora della coscienza individuale in "Rivolti" di Stefania Cordone
Il protagonista principale della mostra "Rivolti" di Stefania Cordone è il giullare, una figura che nella storia vestiva il simbolo della rivolta, della coscienza e della verità - risvegliate dai campanelli che portava con sé - rispetto ad un sistema dato, prestabilito e immutabile.
Se normalmente assumeva un carattere fortemente politico e sociale, nella mostra personale dell'artista, il giullare incarna le vesti di una coscienza individuale, quella dell’uomo che, nella più o meno consapevole ricerca di sé, viene destato e turbato dalla scoperta di una verità grande e profonda che lo riguarda intimamente.
“Si voltò destato dal Grande Enigma” è uno dei titoli che ricorre tra le opere presentate. Ognuno, ad un certo punto - ma non necessariamente - scopre il proprio Grande Enigma. Può essere qualsiasi cosa e può avvenire in qualunque momento. È come un'illuminazione, positiva o negativa, armonica o dissonante, sempre comunque chiarificatrice.
Stefania Cordone nasce a Palermo nel 1986. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Palermo specializzandosi in Grafica d’Arte. Ha tenuto corsi privati di pittura e disegno e ha esposto in numerose mostre in Italia e all'estero. Attualmente vive e lavora a Castelbuono, dove inoltre collabora come direttore artistico con Putìa sicilian creativity, uno spazio dedicato all’arte e all’artigiano made in Siciliy.
Se normalmente assumeva un carattere fortemente politico e sociale, nella mostra personale dell'artista, il giullare incarna le vesti di una coscienza individuale, quella dell’uomo che, nella più o meno consapevole ricerca di sé, viene destato e turbato dalla scoperta di una verità grande e profonda che lo riguarda intimamente.
“Si voltò destato dal Grande Enigma” è uno dei titoli che ricorre tra le opere presentate. Ognuno, ad un certo punto - ma non necessariamente - scopre il proprio Grande Enigma. Può essere qualsiasi cosa e può avvenire in qualunque momento. È come un'illuminazione, positiva o negativa, armonica o dissonante, sempre comunque chiarificatrice.
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Da allora in poi, l’ordine quotidiano conosciuto si trasforma, muta alla ricerca di un nuovo equilibrio e di nuovi strumenti per attuarlo. Il giullare è la metafora di questo stravolgimento, non più politico, ma esistenziale e umano. La rappresentazione ravvicinata del suo sguardo, nei ritratti presenti in mostra, è la giusta metonimia per rappresentare un avvicinamento al concetto.Stefania Cordone nasce a Palermo nel 1986. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Palermo specializzandosi in Grafica d’Arte. Ha tenuto corsi privati di pittura e disegno e ha esposto in numerose mostre in Italia e all'estero. Attualmente vive e lavora a Castelbuono, dove inoltre collabora come direttore artistico con Putìa sicilian creativity, uno spazio dedicato all’arte e all’artigiano made in Siciliy.
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