Il viaggio artistico di Giovanni de Gara fa tappa in Sicilia: a Marsala il progetto "Eldorato"

"Malavolta" di Giovanni de Gara
«Eldorato è un'evidente distorsione del luogo immaginario per eccellenza. - afferma De Gara - Chi arriva sulle nostre terre sperando di trovare una terra dorata fatta di pace, lavoro e benessere, nel migliore dei casi trova solo l'oro di una copertina isotermica».
La mostra - che racconta l'illusione di questo millennio: l'esistenza di una terra lontana di cui si sa poco e di cui si immaginano meraviglie - vuole rivestire d'oro il portale della chiesa di San Giovanni al Boeo.
Un percorso itinerante e significativo che ha come obiettivo quello di promuovere una riflessione profonda sul tema dell'accoglienza verso ogni individuo, senza distinzione di razza, genere e credo.
L'installazione trasmette in qualche modo lo stesso messaggio del Vangelo: pace, speranza, uguaglianza e misericordia per i più fragili e i più bisognosi. Se da lontano, infatti, si può vedere solamente la luce dorata riflessa e tremolante del telo sulla porta, avvicinandosi sulla superficie ci si potrà specchiare.
All’inizio l'immagine sarà confusa e deformata, ma avvicinandosi i corpi verranno messi a fuoco fino a riflettersi completamente un istante prima di entrare.
Questo è il momento esatto in cui si incontra Dio e ci si riconosce come suoi figli. Queste porte dorate annunciano le porte d’oro del Paradiso e ricordano allo spettatore che anche in terra risplende quella luce che è origine e fine di tutto.
Quello dell’oro è un simbolo che da sempre accompagna la storia dell'umanità e quella della Chiesa: i fondi oro dei quadri e le decorazioni delle sculture raffiguravano lo splendore di Dio. Lo stesso splendore che il progetto "Eldorato" attende e annuncia.
Sul piano etimologico, esso deriva dal termine ebraico "El" - che significa Dio - il Dio Dorato, riferimento di chi arriva a una terra che, in una visione interiore, concede generosa la possibilità di ripartire e realizzare se stessi.
Il viaggio di "Eldorato" è accompagnato dal racconto fotografico di Francesco Malavolta, impegnato da circa vent'anni nella documentazione dei flussi migratori.
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