"Le Vie dei Tesori": una passeggiata serale per svelare i segreti delle case facoltose di Palermo
Le case chiuse facoltose di Palermo
Un passato di case facoltose e misteriosi postriboli popolati da palermitane: ecco cosa vi permettono di scoprire "Le Vie dei Tesori" in un unica passeggiata serale, della durata di circa 2 ore, a cura di Claudia Bardi. Il punto di ritrovo è piazza San Domenico alle ore 21.
Allegranza, Luana, Marilù, Fatima, Sherazade e Bojou, Maria la Messinese, Leonarda e Manuela, detta la professoressa di latino: sono solo alcune delle veneri del capoluogo Siciliano che popolavano poveri postriboli e moderne case chiuse.
La marchetta era a portata di ogni tasca nei luoghi del piacere a pagamento, dalle frequentatissime taverne alle facoltose case d’appuntamento. E ognuna racconterà di donne sfortunate e amanti abbandonati, di ricottari e i liccaturi.
Nei tempi andati, il giro del piacere era disciplinato da regole precise: un bando del 1543, per esempio, obbligava le meretrici a visite mediche tre volte al mese, misura quasi incredibile per l’epoca; all’indomani dell’Unità d’Italia, un “Regolamento del servizio di sorveglianza sulla prostituzione” disciplinò le “case di tolleranza” e fissò le tariffe (5 lire per le case di lusso e 2 lire per le popolari), fino al 29 gennaio 1958, con l’approvazione della Legge Merlin.
Allegranza, Luana, Marilù, Fatima, Sherazade e Bojou, Maria la Messinese, Leonarda e Manuela, detta la professoressa di latino: sono solo alcune delle veneri del capoluogo Siciliano che popolavano poveri postriboli e moderne case chiuse.
La marchetta era a portata di ogni tasca nei luoghi del piacere a pagamento, dalle frequentatissime taverne alle facoltose case d’appuntamento. E ognuna racconterà di donne sfortunate e amanti abbandonati, di ricottari e i liccaturi.
Nei tempi andati, il giro del piacere era disciplinato da regole precise: un bando del 1543, per esempio, obbligava le meretrici a visite mediche tre volte al mese, misura quasi incredibile per l’epoca; all’indomani dell’Unità d’Italia, un “Regolamento del servizio di sorveglianza sulla prostituzione” disciplinò le “case di tolleranza” e fissò le tariffe (5 lire per le case di lusso e 2 lire per le popolari), fino al 29 gennaio 1958, con l’approvazione della Legge Merlin.
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