Le visite alla chiesa di Santa Caterina a Sambuca di Sicilia, un tripudio barocco del marchese mecenate
L'interno della chiesa di Santa Caterina a Sambuca di Sicilia
Passeggiare nel borgo di Sambuca – eletto tra i più belli d’Italia – vuol dire ritrovare un vivere lento, fatto di chiacchiere, dolci, vini liquorosi che fermentano nelle pirrere scavate nel tufo, antichi palazzi nobiliari, e ancora, le torri, i forni, l’arabo Mazzallakkar, il teatro gioiello, la fondazione dedicata al pittore degli umili mestieri. "Le Vie dei Tesori", arriva a Sambuca per la sua prima edizione, nei tre weekend dal 13 al 29 settembre (leggi l'articolo di approfondimento).
È veramente un tripudio barocco, anche se non è in condizioni perfette: Santa Caterina faceva parte dell’omonimo (ed enorme) monastero benedettino. Oggi è rimasta la chiesa che si sviluppa su una sola navata divisa in quattro parti da altarini in marmo, con l’altare maggiore nella grande cappella. Gli stucchi seicenteschi sono del palermitano Vincenzo Messina. Ai lati dei primi due altari, le statue delle Quattro Virtù, poi di San Mauro e San Placido, cofondatori dell’ordine benedettino, e l’Eterno Padre.
Da non dimenticare una grande pala d’altare di Fra’ Felice da Sambuca che raffigura la glorificazione di Don Pietro Beccadelli, marchese mecenate che arricchì il monastero e la chiesa di rendite e opere d’arte. Fu in onore del suo matrimonio con donna Marianna Gravina che suor Virginia Casale di Rocca Menna – religiosa del Collegio di Maria di Sambuca – creò le famose “Minni di vergini”, dolci deliziosi.
A Sambuca sono 13 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 15 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 15 e il 29 settembre da Palermo a Sambuca, al costo di 15 euro.
È veramente un tripudio barocco, anche se non è in condizioni perfette: Santa Caterina faceva parte dell’omonimo (ed enorme) monastero benedettino. Oggi è rimasta la chiesa che si sviluppa su una sola navata divisa in quattro parti da altarini in marmo, con l’altare maggiore nella grande cappella. Gli stucchi seicenteschi sono del palermitano Vincenzo Messina. Ai lati dei primi due altari, le statue delle Quattro Virtù, poi di San Mauro e San Placido, cofondatori dell’ordine benedettino, e l’Eterno Padre.
Da non dimenticare una grande pala d’altare di Fra’ Felice da Sambuca che raffigura la glorificazione di Don Pietro Beccadelli, marchese mecenate che arricchì il monastero e la chiesa di rendite e opere d’arte. Fu in onore del suo matrimonio con donna Marianna Gravina che suor Virginia Casale di Rocca Menna – religiosa del Collegio di Maria di Sambuca – creò le famose “Minni di vergini”, dolci deliziosi.
A Sambuca sono 13 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 15 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 15 e il 29 settembre da Palermo a Sambuca, al costo di 15 euro.
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