"Materia vibrante" in mostra a Palermo: alle Officine Bellotti le opere di Fabio Sciortino

Particolare di un'opera di Fabio Sciortino
Le Officine Bellotti di via Antonio Gagini 31 a Palermo, ospitano la personale "Materia vibrante" dell'artista palermitano Fabio Sciortino.
Inaugurazione, alla presenza dell'artista, giovedì 23 ottobre alle 18.00, a ingresso libero.
L'esposizione, curata da Ida Parlavecchio, prende in prestito il titolo da un saggio di Jane Bennett, filosofa e teorica politica tra le figure di spicco dell'ecosofia contemporanea, ed è composta da un notevole corpus di opere pittoriche, disposte tra i locali del pianterreno e le grandi sale espositive del piano superiore, e da un'installazione site specific collocata nell'ex magazzino delle carte, appartenuto alla ditta De Magistris-Bellotti.
Quest'ultima dà vita a un giardino di vetro, fragile e inaccessibile, che si presenta come un'aiuola selvatica dove germinano specie meravigliose e artificiali, punteggiate da gemme imperfette e da riflessi iridescenti.
La "materia vibrante" di Sciortino dà vita a una dimensione trasfigurata della natura, che si riflette nella sua pittura come nella scultura.
I giardini di vetro, come quello appositamente realizzato per le Officine Bellotti, compongono un tappeto di vegetazione iridescente e multiforme che germina e cresce dal pavimento di cemento, accampandosi come un'oasi rigogliosa e inviolabile.
L'effetto è un sortilegio luminoso, straniante, un'ode alla bellezza e all'anomalia scaturite da un ciclo germinativo che ingloba biologico e artificiale.
Le opere del ciclo pittorico, propongono un viaggio attraverso terre e paesaggi misteriosi che si compie per sequenze, coprendo la produzione degli ultimi anni, tra inchiostri su carta, oli su tavola e pittura su tela.
La mostra rimane fruibile fino al 10 gennaio 2026, visitabile da lunedì a sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
Inaugurazione, alla presenza dell'artista, giovedì 23 ottobre alle 18.00, a ingresso libero.
L'esposizione, curata da Ida Parlavecchio, prende in prestito il titolo da un saggio di Jane Bennett, filosofa e teorica politica tra le figure di spicco dell'ecosofia contemporanea, ed è composta da un notevole corpus di opere pittoriche, disposte tra i locali del pianterreno e le grandi sale espositive del piano superiore, e da un'installazione site specific collocata nell'ex magazzino delle carte, appartenuto alla ditta De Magistris-Bellotti.
Quest'ultima dà vita a un giardino di vetro, fragile e inaccessibile, che si presenta come un'aiuola selvatica dove germinano specie meravigliose e artificiali, punteggiate da gemme imperfette e da riflessi iridescenti.
La "materia vibrante" di Sciortino dà vita a una dimensione trasfigurata della natura, che si riflette nella sua pittura come nella scultura.
I giardini di vetro, come quello appositamente realizzato per le Officine Bellotti, compongono un tappeto di vegetazione iridescente e multiforme che germina e cresce dal pavimento di cemento, accampandosi come un'oasi rigogliosa e inviolabile.
L'effetto è un sortilegio luminoso, straniante, un'ode alla bellezza e all'anomalia scaturite da un ciclo germinativo che ingloba biologico e artificiale.
Le opere del ciclo pittorico, propongono un viaggio attraverso terre e paesaggi misteriosi che si compie per sequenze, coprendo la produzione degli ultimi anni, tra inchiostri su carta, oli su tavola e pittura su tela.
La mostra rimane fruibile fino al 10 gennaio 2026, visitabile da lunedì a sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
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