"Miti, culti, saperi": presentazione del volume delle Edizioni Museo Pasqualino
Continuano gli appuntamenti con le presentazioni dei volumi pubblicati dalle Edizioni Museo Pasqualino.
Martedì 20 aprile alle ore 18.00, in diretta streaming dalla pagina Facebook del Museo "Antonio Pasqualino", verrà presentato il volume "Miti, culti, saperi. Per un'antropologia religiosa della Mesopotamia antica" a cura di Claus Ambos e Gioele Zisa. Insieme ai curatori intervengono: Rosario Perricone (Direttore delle Edizioni Museo Pasqualino) e Lorenzo Verderame (Università Sapienza di Roma).
Gli approcci teorici e metodologici dell’antropologia culturale e sociale sono divenuti da tempo indispensabili per lo studio dell'antichità classica, tanto da poter parlare di un’antropologia storica del mondo antico. Al contrario per ciò che concerne le culture del Vicino Oriente antico il dialogo tra storici e filologi da una parte e antropologi dall’altra è stato meno praticato.
Diverse sono le ragioni di questo mancato confronto, prima fra tutte un corpus testuale cuneiforme plurilingue in gran parte ancora inedito e caratterizzato da difficoltà filologiche che lo rendono di fatto inaccessibile ai non specialisti. Questo volume vuole, dunque, contribuire ad arricchire il dibattito e il confronto tra antropologi e studiosi del Vicino Oriente antico.
Martedì 20 aprile alle ore 18.00, in diretta streaming dalla pagina Facebook del Museo "Antonio Pasqualino", verrà presentato il volume "Miti, culti, saperi. Per un'antropologia religiosa della Mesopotamia antica" a cura di Claus Ambos e Gioele Zisa. Insieme ai curatori intervengono: Rosario Perricone (Direttore delle Edizioni Museo Pasqualino) e Lorenzo Verderame (Università Sapienza di Roma).
Gli approcci teorici e metodologici dell’antropologia culturale e sociale sono divenuti da tempo indispensabili per lo studio dell'antichità classica, tanto da poter parlare di un’antropologia storica del mondo antico. Al contrario per ciò che concerne le culture del Vicino Oriente antico il dialogo tra storici e filologi da una parte e antropologi dall’altra è stato meno praticato.
Diverse sono le ragioni di questo mancato confronto, prima fra tutte un corpus testuale cuneiforme plurilingue in gran parte ancora inedito e caratterizzato da difficoltà filologiche che lo rendono di fatto inaccessibile ai non specialisti. Questo volume vuole, dunque, contribuire ad arricchire il dibattito e il confronto tra antropologi e studiosi del Vicino Oriente antico.
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