"Mitologia Omerica": un omaggio al Maestro Bruno Caruso con l'esposizione di 70 opere uniche

Dettaglio dell'opera "Achille uccide Ettore", disegno a china, acquerello e tempera
Per rendere omaggio al Maestro Bruno Caruso, interprete di una linea artistica caratterizzata da una complessa vena creativa che ha raccontato le inquietudini e i mali antichi della Sicilia, il centro d'arte Raffaello ripropone la mostra “Mitologia omerica” con circa 70 opere uniche tra oli, chine e tecniche miste e 20 grafiche, visibile dalle 18.30 di sabato 15 dicembre fino al 19 gennaio.
«"Turbamento e arguzia" sono dunque i due semi che hanno fruttificato e nutrono questa "Mitologia Omerica" - commenta Pietro Longo nel suo testo - attraverso la quale Bruno Caruso intende mostrarci il fascino e l’approfondimento dei temi mitologici tante volte affrontati ma oggi rivisitati attraverso le due opere attribuite ad Omero e tenendo a mente le traduzioni di Monti e del Pindemonte che risuonano di quella musica perenne della classicità nella loro libera e creativa aderenza allo spirito dei testi.
Questo assunto consente al nostro pittore un nuovo viaggio epico ed avventuroso e soprattutto di utilizzare a suo modo le varianti dei miti narrati , scegliendo, e talvolta reinventando, quelle più congruentemente consone alla sua sensibilità e alla cultura del nostro tempo di cui egli è protagonista e attento osservatore.
La novità consiste dunque nella fluidità di una narrazione per immagini che, con coerenza di linguaggio, affidato alle tecniche più diverse che vanno dal semplice disegno a matita, alle chine, all’acquarello, alle gouaches, alle tecniche miste, alle tempere, agli oli, inseguono le sequenze del mito secondo una ratio esegetica che riferiscono fatti e avvenimenti in analogie e metafore trasferibili alla realtà contemporanea certamente più violenta e meno rispettosa del sacro e della natura. […] ».
«"Turbamento e arguzia" sono dunque i due semi che hanno fruttificato e nutrono questa "Mitologia Omerica" - commenta Pietro Longo nel suo testo - attraverso la quale Bruno Caruso intende mostrarci il fascino e l’approfondimento dei temi mitologici tante volte affrontati ma oggi rivisitati attraverso le due opere attribuite ad Omero e tenendo a mente le traduzioni di Monti e del Pindemonte che risuonano di quella musica perenne della classicità nella loro libera e creativa aderenza allo spirito dei testi.
Questo assunto consente al nostro pittore un nuovo viaggio epico ed avventuroso e soprattutto di utilizzare a suo modo le varianti dei miti narrati , scegliendo, e talvolta reinventando, quelle più congruentemente consone alla sua sensibilità e alla cultura del nostro tempo di cui egli è protagonista e attento osservatore.
La novità consiste dunque nella fluidità di una narrazione per immagini che, con coerenza di linguaggio, affidato alle tecniche più diverse che vanno dal semplice disegno a matita, alle chine, all’acquarello, alle gouaches, alle tecniche miste, alle tempere, agli oli, inseguono le sequenze del mito secondo una ratio esegetica che riferiscono fatti e avvenimenti in analogie e metafore trasferibili alla realtà contemporanea certamente più violenta e meno rispettosa del sacro e della natura. […] ».
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