"My name is Patrick Zaki": in scena a Palazzo Riso la storia dell'attivista egiziano
Alessandro Ienzi
"My Name is Patrick Zaki - 45 days" è lo spettacolo dedicato alla storia dell'attivista egiziano Patrick Zaki, in scena a Palazzo Riso il 19 settembre alle 20.30. Scritto e diretto dall'attore, regista e drammaturgo Alessandro Ienzi, la performance è già vincitrice del premio #cittàlaboratorio delle Orestiadi in scena a Tindari e Venezia.
Il monologo, scritto in italiano, spagnolo, francese e inglese, racconta la storia di un novello Prometeo, spaesato e perduto tra gli eventi storici seguiti all’11 settembre 2001, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, e che, nella visione dell’autore, sono la causa di quanto accade oggi in tutto il Medio Oriente.
Lo spettacolo racconta la vicenda (rivisitata) che sconvolge la vita del giovane ricercatore Patrick Zaki, rinchiuso nel carcere di Tora nel febbraio 2020, e la cui detenzione è stata ulteriormente rinnovata nel corso dell’ennesima udienza senza alcuna garanzia processuale e di difesa. La storia di Zaki è la storia di tutti gli oppressi, di tutti coloro i quali affermano la libertà e che percorrono la strada dell’evoluzione del pensiero civile.
«In quanto avvocato e attore, sento il dovere di investigare l’umano nelle sue sfaccettature, senza necessariamente fare una distinzione tra buoni e cattivi, considerato che in ognuno di noi c’è sia l’uno aspetto sia l’altro. Spero, inoltre, che questa rappresentazione possa contribuire a convincere le autorità politiche ad intervenire per ottenere infine la libertà di Patrick» afferma Ienzi.
Un viaggio tra musica e parole tra i fatti che hanno trasformato il giovane ricercatore in un simbolo di legalità internazionale, di privazione di diritti e di libertà.
Il monologo, scritto in italiano, spagnolo, francese e inglese, racconta la storia di un novello Prometeo, spaesato e perduto tra gli eventi storici seguiti all’11 settembre 2001, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, e che, nella visione dell’autore, sono la causa di quanto accade oggi in tutto il Medio Oriente.
Lo spettacolo racconta la vicenda (rivisitata) che sconvolge la vita del giovane ricercatore Patrick Zaki, rinchiuso nel carcere di Tora nel febbraio 2020, e la cui detenzione è stata ulteriormente rinnovata nel corso dell’ennesima udienza senza alcuna garanzia processuale e di difesa. La storia di Zaki è la storia di tutti gli oppressi, di tutti coloro i quali affermano la libertà e che percorrono la strada dell’evoluzione del pensiero civile.
«In quanto avvocato e attore, sento il dovere di investigare l’umano nelle sue sfaccettature, senza necessariamente fare una distinzione tra buoni e cattivi, considerato che in ognuno di noi c’è sia l’uno aspetto sia l’altro. Spero, inoltre, che questa rappresentazione possa contribuire a convincere le autorità politiche ad intervenire per ottenere infine la libertà di Patrick» afferma Ienzi.
Un viaggio tra musica e parole tra i fatti che hanno trasformato il giovane ricercatore in un simbolo di legalità internazionale, di privazione di diritti e di libertà.
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